Video Beppe Grillo: “smontati” anni di battaglie per la tutela delle vittime

Barbara Bria

, Attualità

Il video pubblicato da Beppe Grillo, padre fondatore del movimento 5 stelle, ha suscitato in questi giorni molteplici polemiche.

In questo video Grillo parla di suo figlio indagato, insieme ad altri tre ragazzi, a seguito di una denuncia per stupro di gruppo ai danni di una ragazza conosciuta in vacanza nell’estate del 2019.

Il processo non è ancora iniziato, tuttavia Grillo padre non tenendone conto sente di dire la propria.

Il “vizio” di dover esprimere pareri, facili sentenze sia di condanna che di assoluzione, è tutto italiano. Periodicamente assistiamo a dichiarazioni pubbliche di politici, giornalisti, ecc. su processi cosiddetti “pubblici”. Insomma Grillo non si è inventato nulla di nuovo.

Ma quindi la polemica dove sta?
Ecco, sta nelle parole di Grillo. Un uomo che per difendere il proprio figlio ha letteralmente messo in dubbio l’accusa da parte della ragazza. Addirittura dicendo testualmente “Perché una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf, e dopo 8 giorni fa una denuncia, vi è sembrato strano. È strano”. Una frase di una pericolosità devastante. Denunciare uno stupro non è mai una cosa semplice. La legge italiana, dopo infinite battaglie, permette di denunciare una violenza sessuale fino a 12 mesi successivi all’accaduto.


Con quella frase un politico, un personaggio pubblico, una persona influente ha praticamente sottinteso che se tu donna denunci una violenza sessuale dopo giorni o mesi non sei credibile. Con quella frase si perpetua la criminalizzazione della vittima.

Con quella frase si sono “smontati” anni di battaglie per la tutela delle vittime.
Ecco, Grillo è l’esatta rappresentazione dell’opinione pubblica che di fronte a una donna che denuncia una violenza si chiede “eh ma chissà cosa hai fatto per tentare quell’uomo”, “eh ma chissà com’eri vestita”, “eh vabè eri ed una festa e hai bevuto, cosa ti aspettavi?”, “vabe ma le turiste cercano quello quando vengono in Italia” ed altre cazzate simili.


Molti che in questi giorni si sono scandalizzati per le parole di Grillo sono gli stessi che sminuiscono le offese ad altre donne solo perché di orientamento politico opposto al loro, sono quelle stesse persone che sminuiscono il famoso “catcalling” ritenendo “il fischio” un apprezzamento, sono quelle stesse persone che ritengono “una bravata” l’episodio della bambola gonfiabile che vide coinvolto un senatore.


Ecco, personalmente, come me tanti e tante altri/e, le ho sempre condannate parole del genere, non in quanto femminista (che ricordo non essere una parolaccia) ma in quanto essere umano.
Grillo non è altro da voi, Grillo è ciò che vedrete quando riuscirete a specchiarvi. Tutti e tutte.

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