Alberto Genovese: la mascolinità tossica

Roberta Bria

, Attualità

Alberto Genovese, 43 anni imprenditore napoletano di nascita ma milanese di adozione, uno dei fondatori di Facile.it noto sito tra comparatori di assicurazioni, mutui e prestiti, sabato 7 novembre a Milano è stato arrestato.

Durante le sue feste sulla “Terrazza Sentimento” a pochi passi dal Duomo, obbligava i/le suoi/sue ospiti a lasciare i telefoni cellulare per paura che qualcosa venisse filmato e si scoprisse ciò che succedeva all’interno. Grazie all’inchiesta del Pm Rosaria Stagnaro, coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella, viene arrestato dopo quasi un mese dall’inizio dell’inchiesta.

Genovese ha tentato, ordinando al suo tecnico di fiducia, di cancellare l’hardware con le immagini della casa, comprese quelle della sua camera da letto e tutti i video delle telecamere del suo attico.

La vittima drogata, violentata con torture sadiche a ripetizione per oltre 20 ore, secondo il Gip “quando ha ripreso un barlume di lucidità, iniziando ad opporsi e a manifestare esplicitamente il suo dissenso, fino ad implorare il suo aguzzino di fermarsi, non è stata ascoltata dal suo carnefice che, imperterrito, ha proseguito nella sua azione violenta, continuando a drogarla e a violentarla”.

Per di più la donna era “totalmente inerme e non c’è stata nessuna compartecipazione agli atti sessuali violenti a cui veniva costretta”.

Non è necessario specificare come fosse vestita questa ragazza, che lavoro facesse, se le piaceva recarsi a queste feste, se “se l’è cercata”. La necessità, urgente oggi, è iniziare ad indagare dentro questi sistemi corrotti, fatti di individui altrettanto corrotti e malati. Questi mezzi uomini sono insoddisfatti delle loro vite, adescano ragazze giovani e piene di vita per rovinargliela, segnandole per sempre provocando un dolore atroce che si riverserà nei loro futuri amori e nelle loro future relazioni nella società. Non riusciranno mai più a fidarsi neanche di se stesse, perché inizieranno a colpevolizzarsi, magari non trovando nessuno attorno a loro che le aiuterà a capire che non sono loro le colpevoli. Che non hanno sbagliato a indossare quel vestito, a scegliere quel colore di rossetto.

“Genovese ha agito prescindendo dal consenso della vittima, palesemente non cosciente per circa la metà delle 24 ore trascorse con lui, tanto da sembrare in alcuni frangenti un corpo privo di vita, spostato rimosso, posizionato, adagiato, rivoltato, abusato, come se fosse quello di una bambola di pezza”. Sono le parole del Gip, Tommaso Perna, nel provvedimento in cui convalida il fermo per Genovese.

Ragazze, non fidatevi del primo che vi offre soldi facili, vestiti, uscite gratis, serate da sballo. Abbiate sempre le spalle coperte. Parlate, confidatevi, non abbiate paura di dire la verità, di raccontare ad una vostra amica o amico chi frequentate. Meritate molto di più di questo schifo di società che sta venendo fuori.

L’ individuo Genovese, quando sono arrivati gli inquirenti, non ha mostrato nessun segno di ravvedimento o alcun senso di pietà per la vittima. Ha tentato di giustificarsi dicendo: “Non è colpa mia, è la droga, sono vittima” e poi “sono una persona a posto che non farebbe mai nulla di male… sono una brava persona”.

Un uomo che vuole avere il pieno controllo di voi, non è un vero uomo.

Amatevi il più possibile. I soldi non sono facili. Per poter averli bisogna lavorare, investire nelle proprie capacità, studiare, fare dei sacrifici, che vi assicuro ripagano, perché non dovete dire “grazie” a nessuno di questi “l’omm ‘e mmerda” l’uomo senza valore, come insegna la smorfia napoletana.

Domandatevi sempre: Cosa voglio farne di questa preziosa e unica vita?

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