Confcommercio non ha dubbi: la ripresa dei consumi nel mese di marzo c’è ma è solo un’illusione ottica. L’indicatore dell’associazione torna a registrare, dopo un anno, una variazione positiva con un incremento del 20,6% nel confronto annuo. L’illusione è dovuta dal periodo di confronto che è quello dello scorso quando tutta l’Italia era in lockdown e sostanzialmente molte attività erano chiuse.
C’è la necessità di distinguere – dichiara Mariano Bella, responsabile del centro studi Confcommercio – i segnali di genuina ripartenza da quelli illusori, derivanti dal mero confronto statistico rispetto ai primi mesi della pandemia durante i quali furono sostanzialmente inibite moltissime attività”.
Di questa situazione hanno beneficiato soprattutto i beni (+25,8%) per i quali, sia pure con molte restrizioni, è stato possibile svolgere un minimo di attività. Decisamente minore è stato l’incremento registrato per i servizi (+4%), per i quali la variazione in positivo è legata a infinitesimali miglioramenti della domanda che, per molti settori, dopo mesi di restrizioni e chiusure, è quasi azzerata. Seppur con segni positivi la chiusura della domanda complessiva chiude nel primo trimestre con un -6,1%.