Immuni e cashback: il paradosso tutto italiano

Ida De Carolis

, Attualità

Da qualche settimana, precisamente dal 3 dicembre quando il Presidente del Consiglio dei Ministri, durante una conferenza stampa, ha annunciato il piano cashback, i download dell’app “IO” sono balzati da circa 400.000 del 27 novembre agli oltre 8.000.000 dell’8 dicembre. Numeri che sono destinati a crescere notevolmente considerando che il piano cashback ufficialmente è partito l’8 dicembre e nei primi giorni l’app ha avuto enormi problemi tecnici, legati quasi sicuramente all’elevato numero di registrazioni. Ad oggi l’app Immuni conta 10.020.850 download malgrado la stessa sia stata lanciata a giugno 2020.
Davanti alla “fata morgana” dei 150 euro di rimborso, sono cadute tutte le resistenze sulla tutela della privacy, gli ostacoli tecnologici e soprattutto burocratici. E sì! Perché se per scaricare l’app Immuni basta solo un click, lo stesso non si può dire per IO in quanto bisogna essere possessori di identità digitale o carta d’identità elettronica.

150 euro che sono più forti del contenimento di una pandemia mondiale, più forti del frenare la diffusione di una malattia infettiva contagiosa.
Se sino a qualche mese fa avevamo delle remore nello scaricare gratuitamente sul nostro smartphone IMMUNI, far tracciare gli eventuali contatti a rischio, tenere il bluetooth attivato perché incideva sul consumo della batteria, ora, per 150 euro, siamo disposti a crearci un’identità digitale (non sempre rilasciata gratuitamente), scaricare l’app IO, uploadare tutti i nostri sistemi di pagamento elettronici come carte, bancomat e app di pagamento. La battaglia per la tanto decantata privacy, che fine ha fatto? Come mai l’ansia per la difesa della propria privacy viene fuori solamente quanto si chiede volontariamente di scaricare una applicazione con parere positivo del Garante Privacy, per una finalità nazionale e soprattutto di tutela della salute pubblica?

Un paradosso tutto italiano. La triste verità è che siamo un popolo di egoisti, disposti a procrastinare i processi di registrazione, privacy e tutele se in cambio c’è una ricompensa in denaro. Ma il dato ancor più sconfortante è che queste due app hanno messo a nudo il concetto di NOI (inteso come popolo italiano): una doveva raccontarci storie di un popolo altruista (Immuni), l’altra ha smascherato, per 150 euro, la nostra vera natura solipsista.


Davvero credevamo che la pandemia ci avrebbe reso migliori?

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