Gli effetti della pandemia sulla salute mentale degli italiani. Intervista alla psicologa Annicchiarico

Ida De Carolis

, Attualità

Paura: questa è stata la parola che, da marzo 2020, è entrata nella nostra quotidianità. Paura di essere contagiati e di contagiare i nostri famigliari, paura di perdere il lavoro, paura di affrontare il quotidiano per aver perso il lavoro, paura di non saper gestire gli effetti di un lutto.
Ci siamo ritrovati a fare i conti con un profondo senso di incertezza e ansia per il futuro


David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi in una recente intervista su “Il Sole 24 ore” parla di un 30% di adulti con una situazione di malessere, disagio, fatica o dolore psicologico riconducibile a “distress”, cioè a una condizione di stress abbastanza accentuata.
La situazione è ancora più preoccupante tra gli under 18: ansia, depressione, episodi di autolesionismo e tentativi di suicidio sono confermati dalle testimonianze di psichiatri, psicologi, medici dei pronto soccorso e operatori sociali.

Ne abbiamo parlato con la psicologa e psicoterapeuta Anna Annicchiarico del Centro di Salute Mentale di Grottaglie.

Dottoressa che segnali avete voi psicologi?
Nella mia pratica quotidiana posso registrare un notevole aumento delle richieste di aiuto psicoterapeutico per disturbi d’ansia, sintomatologie psicosomatiche e attacchi di panico. Il tutto in un quadro più generale di notevole fragilità caratteriale.

A livello psicologico chi ne ha pagando di più le conseguenze?
Credo che le diverse fasce d’età siano ugualmente interessate dal perdurare di una condizione di emergenza che impedisce una costruzione del futuro adeguata alle diverse esigenze di bambini, ragazzi, giovani, adulti e anziani. Di sicuro l’instabilità di queste ultime due categorie non può che ripercuotersi sulle generazioni dei più piccoli, che non trovano serenità e rassicurazioni nelle persone che dovrebbero guidarli e proteggerli.

Otto italiani su 10 chiedono lo psicologo a scuola e diventano addirittura 9 su 10 se il campione viene limitato alla platea studentesca. Gli italiani hanno finalmente capito che la qualità della loro vita e salute sono strettamente legati a quella psicologica?
Lo psicologo a scuola può senz’altro rappresentare un primo passo verso una maggiore attenzione per le normali problematiche psicologiche che, se tempestivamente affrontate, possono evitare di trasformarsi in disagi profondi.
Al tempo stesso anche la scuola dovrebbe interrogarsi sulla distanza sempre più marcata tra offerta formativa e interessi, competenze e linguaggi degli studenti.


Dopo un iniziale dietrofront, il Governo ci ripensa e introduce il bonus psicologo nella legge finanziaria 2022. Ma può bastare per dare risposte concrete alla domanda di aiuto di tanti italiani che soffrono di disagi psicologici, amplificati dall’emergenza pandemica?
Il bonus psicologo risulta essere un ottimo incentivo per agevolare l’accesso dei cittadini alle cure psicoterapeutiche private. Senza dubbio vanno comunque potenziati anche i servizi pubblici, con l’istituzione di servizi agili e decentrati, per facilitare la richiesta diretta di aiuto da parte degli adolescenti, che non sempre vogliono esprimere la loro domanda di supporto all’interno dell’istituzione scolastica.
L’assistenza sanitaria, pubblica o privata che sia, deve avere lo stesso obiettivo, la salute dei cittadini, imparando a cooperare e superando inutili contrapposizioni e rivalità.

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