Il consiglio di lettura odierno è doppio: Lolita di Vladimir Nabokov e Diario di Lo di Pia Pera.
Vi starete sicuramente chiedendo, cosa possono avere in comune un russo e un’italiana? In questo caso hanno in comune una ragazza, Lolita.
Lolita di Nabokov è un testo che ha diviso lettori e lettrici in tutte le epoche e di tutto il mondo. C’è chi si chiede se sia troppo scandaloso raccontare la storia di un pedofilo, c’è chi ritiene il libro un’opera d’arte intoccabile. Per la sottoscritta Lolita è un’opera letteraria, che va letta senza pregiudizi, così com’è. Inoltre, chi vi scrive, ritiene che la letteratura ha il compito di porre quesiti, esporre i fatti senza dare giudizi. Noi tutti e tutte non dovremmo fare diversamente.
Tornando al testo in sé, Lolita è un libro con l’incipit più bello della storia della letteratura e allo stesso tempo è un libro che ti fa soffrire sia con Humbert Humbert, la voce narrante, sia con Dolores (Lolita).
È un libro sicuramente da leggere ma a determinate condizioni: occorre tener presente che non è un testo scientifico sulla pedofilia e che quindi lo scopo non è l’analisi psicologica e clinica; infine non è un testo che giustifica o sottovaluta la pedofilia, sia come malattia che come reato penale.
Il testo di Nabokov è quindi scritto dal punto di vista di Humbert, mentre Diario di Lo di Pia Pera è la versione della storia da parte di Lolita.
Molto più leggero del primo, Diario di Lo ci porta nella cameretta di Lolita, una bambina che diventa adolescente e poi finalmente adulta, attraverso lo strano rapporto con il suo “padre adottivo”. Libro spensierato che dona al/alla lettore/trice una versione nuova e ringiovanita di un grande classico della temperatura.
La stagione perfetta per Lolita è la primavera e l’estate per Diario di Lo.
“Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.”