Una bottiglia nel mare: consigli di lettura. Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini

Barbara Bria

, Life Style

Il più grande intellettuale che l’Italia abbia mai conosciuto, l’intellettuale citato da molti ma compreso da pochissimi. Si parla, ovviamente, di Pier Paolo Pasolini.

Il testo di cui si consiglia un’attenta lettura, e rilettura, è Ragazzi di vita.

Un romanzo che racconta delle borgate romane, del sottoproletariato urbano, di giovani ragazzi costretti a furti e prostituzione per poter sopravvivere.

Pasolini, con la sua unicità, ci racconta di una città ormai scomparsa e lo fa attraverso la sua lingua dialettale. Quella lingua che ormai “nessun ragazzo delle borgate romane sarebbe più in grado di capire” (8 luglio 1977, “Lettera aperta a Italo Calvino”).

In particolare, questo romanzo parla di Riccetto che, dopo una vita turbolenta e violenta, si integra perfettamente con il mondo borghese.

Ragazzi di vita è un testo fondamentale se ci si vuole approcciare a Pasolini, se si vuole realmente capire la sua idea di società e le critiche espresse nei suoi vari articoli.

Per la sua natura tristemente violenta, è un romanzo che andrebbe letto durante un rigido inverno così da poter accostare il freddo interiore a quello dell’ambiente esterno.

Era una caldissima giornata di luglio. Il Riccetto che doveva farsi la prima comunione e la cresima, s’era alzato già alle cinque; ma mentre scendeva giù per la via Donna Olimpia coi calzoni lunghi grigi e la camicetta bianca, piuttosto che un comunicando o un soldato di Gesù pareva un pischello quando se ne va acchittato pei lungoteveri a rimorchiare.”

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