Il “Rapporto di valutazione di impatto sanitario per gli scenari produttivi dell’acciaieria di Taranto” condotto dall’Oms e commissionato dalla Regione Puglia parla di 270 morti premature, ma il range arriva fino a 430 decessi evitabili: l’intervallo annuo è infatti di 27-43 morti premature. Se fossero state applicate le prescrizioni previste dall’Aia 2015 le morti premature non supererebbero le 50 unità con un range fino a 80 decessi nel corso dei successivi dieci anni. Il 59% della mortalità totale è maschile.
Secondo l’OMS è chiaro che il colosso dell’acciaio tarantino “ha da diversi decenni un impatto ambientale negativo, con notevoli emissioni di vari inquinanti che interessano vaste aree, anche densamente popolate come la stessa città di Taranto e i Comuni circostanti”. Gli impatti sulla salute umana sono stati ampiamente studiati nel corso degli anni, riscontrando eccessi di numerose malattie e tassi di mortalità documentati e denotando un preoccupante profilo sanitario per la popolazione locale”.
L’OMS ha anche quantificato il danno economico dovuto alla mortalità prematura per l’area metropolitana di Taranto, pari ad almeno 85 milioni di euro l’anno per la situazione pre-AIA 2010, che passerebbe a 53 milioni di euro per lo scenario produttivo intermedio dell’AIA 2012 e rimarrebbe comunque a 15 milioni di euro l’anno se fossero applicate le prescrizioni post-AIA 2015.
Il Comitato Cittadino per la Salute e l’Ambiente a Taranto ritiene “il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) recentemente presentato dalla Regione Puglia è molto importante perché smentisce tutti coloro che ritenevano accettabile l’inquinamento dell’ILVA a Taranto dopo il 2012″.
I decreti salva-ILVA – si legge nella nota del Comitato – non hanno fermato l’inquinamento, non hanno evitato nuove morti ma hanno tentato di stoppare la magistratura e di difendere una fabbrica indifendibile. Le emissioni dello stabilimento ILVA continuano ad essere incompatibili con la salute pubblica e l’OMS fornisce dati in tal senso”.
Noi non vogliamo un inquinamento che uccida di meno – ribatte il comitato cittadino – noi non vogliamo morire di inquinamento. Noi non vogliamo che la guerra faccia meno vittime, noi vogliamo eliminare la guerra alla radice. Questo è il punto su cui solleviamo un problema etico ma anche giuridico. Non ci accontentiamo di morire di meno, di avere meno vittime. Noi vogliamo porre fine alle morti premature evitabili. Se un inquinamento si protrae nel tempo e un autorevole studio internazionale stima morti premature allora la cosa non può lasciare indifferente la magistratura. Da ora in poi, con i dati OMS che vanno a confermare le precedenti Valutazioni Danno Sanitario, non si può più considerare normale una situazione anomala”.
“Questo rapporto dell’OMS – conclude il Comitato – a nostro parere costituisce notizia di reato e ci attiveremo pertanto con un esposto alla Procura affinché venga acquisito dalla magistratura per ogni migliore sua valutazione in ordine alle condotte e agli eventuali responsabili“.