Elezione Presidente della Repubblica. Alle 15 è iniziata la prima votazione. Il silenzio del centrosinistra

Ida De Carolis

, Politica

É iniziata alle 15 la prima seduta per l’elezione del 13esimo Presidente della Repubblica. Praticamente impossibile oggi l’elezione del Capo dello Stato, nessun accordo è stato raggiunto dalle forze politiche pertanto si dovrà attendere probabilmente giovedì, quando la maggioranza necessaria per eleggerlo scenderà dai 2/3 al 50%+1 dei grandi elettori, ovvero da 672 a 505.
Al voto ci sono 315 senatori, 6 senatori a vita, 629 deputati e 58 delegati regionali.
A causa dell’emergenza sanitaria si entrerà alla camera scaglionati. Anche gli elettori positivi potranno esprimere la loro preferenza all’interno di un seggio allestito in un parcheggio esterno a Montecitorio e che potranno raggiungere in auto.

Crescono le preferenze per Mario Draghi che, se venisse eletto al Quirinale, dovrebbe lasciare Palazzo Chigi.
Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza confermano che alla prima votazione lasceranno la scheda bianca.
Nel pomeriggio, il leader del PD incontrerà Matteo Salvini “per aprire un dialogo vero con il centrodestra”.
Giorgia Meloni invece ha fatto sapere che il candidato di Fratelli d’Italia è il magistrato Carlo Nordio, ma che comunque alla prima votazione sarà scheda bianca. Azione e +Europa, invece, sostengono Marta Cartabia.
Insomma, pochissime idee chiare soprattutto nelle fila del centro sinistra che non è riuscito nemmeno ad esprimere un possibile candidato.
Per un attimo immaginiamo che il 13esimo Presidente della Repubblica sia Mario Draghi, quali sono gli scenari?
La prima ipotesi potrebbe essere: elezioni anticipate con il taglio dei parlamentari. A chi conviene? Solo a Fratelli D’Italia. Seconda ipotesi (la più probabile): La formazione di un nuovo governo guidato da un tecnico e sembrerebbe che il nome Elisabetta Belloni, direttrice del Dis ed ex segretario generale della Farnesina, metterebbe d’accordo tutte le forze politiche. Terza ipotesi: un nuovo governo sostenuto dalla stessa maggioranza dell’attuale ma che abbia come Presidente del Consiglio un esponente (non leader) dei partiti più rappresentati in Parlamento.

E allora qual è la tattica del silenzioso centro sinistra? “Spera” in un Mattarella bis? Mario Draghi potrebbe essere davvero la scelta più “conveniente” decretando, neanche tanto silenziosamente, che la politica ha smesso di fare politica e che l’Italia ufficialmente diventa un Repubblica Presidenziale.

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