Ex Ilva: Morselli piange la liquidità, Taranto piange morti e veleni

“Il problema dell’ex Ilva è la liquidità”. L’amministratrice delegata di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, ha provato a tranquillizzare la commissione Industria del Senato sulle sorti dell’acciaieria di Taranto, durante l’audizione di ieri. “L’azienda è viva, ancora produce, ha gli impianti in efficienza e paga gli stipendi”.
Morselli ha respinto l’ipotesi dell’amministrazione straordinaria, definendo la situazione “non drammatica”. Ha però ammesso l’esistenza di “un enorme eccesso di personale”, legato al calo della produzione, che l’anno scorso si è fermata a tre milioni di tonnellate.
Secondo l’ad, la mancanza di liquidità è il problema principale. L’azienda non è proprietaria degli stabilimenti e degli impianti, ma solo affittuaria, e questo rende difficile ottenere finanziamenti. Morselli ha quindi ribadito l’importanza della trattativa in corso tra ArcelorMittal e il governo, definendola “l’unica strada da seguire” per il futuro dell’ex Ilva.
L’audizione di Morselli ha acceso un faro sulle incertezze che gravano sul futuro dell’acciaieria di Taranto. Ma un tema è rimasto assordante: l’ambiente e la salute dei cittadini tarantini.
Mentre si discute di liquidità, produzione e assetti proprietari, la salute di Taranto e del suo territorio sembra essere passata in secondo piano. Eppure, l’inquinamento causato dall’ex Ilva ha avuto un impatto devastante sulla salute dei cittadini.
Gli unici a sgolandosi per l’ennesima volta sono i medici che, con dati alla mano, evidenziano la critica situazione oncologica e pediatrica della comunità tarantina.

Ieri in Senato si è chiusa l’ennesima triste pagina della vicenda siderurgica. Ci saremmo aspettati dai senatori del PD e del M5S uno scatto di dignità, ma nulla.

L’unica vera liquidità di cui Taranto ha bisogno è quella della giustizia.

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