Durante l’ultimo consiglio provinciale a far discutere è il voto favorevole del Consigliere provinciale Aurelio Marangella – che si è aggiunto a quello dell’opposizione – al rinvio della discussione sulla mozione riguardante l’acciaieria tarantina. Lo stesso consigliere aveva presentato un’ulteriore proposta che voleva offrire, alla massima assise provinciale, uno spunto aggiuntivo di riflessione e discussione coinvolgendo tutti i sindaci dell’area jonica, le associazioni ambientaliste e le rappresentanze sindacali.
Marangella, consigliere più suffragato della lista “Terra Jonica 2050” poi, a settembre 2022, lasciò il gruppo lamentando proprio la poca chiarezza e trasparenza all’interno dello stesso gruppo, ha sottolineato che anche in questa occasione “l’ordine del giorno sull’ILVA presentato dal Presidente della Provincia, due giorni prima del consiglio e senza alcun confronto, conteneva alcuni spunti positivi, ma altri invece non condivisibili, specie quelli relativi alla questione ambientale, che apparivano molto filo aziendali”.
“Appare evidente – ha dichiarato Marangella – che la mia posizione non è appiattita sull’asservimento ai bisogni di chicchessia, né tantomeno a processi che non prevedano confronto, condivisione e concertazione. Bene quindi la mia richiesta di rinvio, che ha di fatto consentito di non bocciare l’ordine del giorno”.
“La linea di condotta scelta dal consigliere Marangella – hanno invece dichiarato il vicepresidente dell’Amministrazione provinciale, Vito Parisi, ed i consiglieri Anna Filippetti, Paolo Lepore, Gregorio Pecoraro e Francesco Andrioli – deve essere interpretata in un solo modo: il dissenso manifestato lo colloca fuori dal perimetro del centrosinistra”.
Insomma uno strano modo di interpretare il concetto di democrazia da chi si dichiara di centrosinistra. Sembrerebbe quindi che solo quello che va bene a loro è democratico.
Ed infatti poco ore dopo le dichiarazioni dei consiglieri Filippetti, Lepore, Pecoraro, Andrioli e soprattutto del vicepresidente Vito Parisi cadono come tessere di domino con la revoca, da parte del Sindaco Melucci, dell’incarico all’assessore Maria Luppino, che era stata nominata in giunta comunale con delega alla pubblica istruzione in quota M5S, poi con la revoca dell’incarico di studio delle comunità energetiche all’unico consigliere comunale pentastellato, Mario Odone.
La scintilla sarebbe scattata a seguito di un’intervista rilasciata alla Gazzetta del Mezzogiorno dal referente provinciale del M5S, Francesco Nevoli, il quale fondamentalmente consigliava di essere cauti e prudenti sull’accordo di programma così come prospettato nel confronto dei giorni scorsi davanti al Ministro, Adolfo Urso.
Sarà interessante conoscere ora “in quale perimetro” il vicepresidente Vito Parisi colloca il suo diretto referente politico provinciale.
Critico sull’accordo di programma anche Francesco Rizzo, coordinatore di USB Taranto e membro dell’esecutivo nazionale. “Alcuna disponibilità a discutere di un accordo di programma, che inserisce altre presenze scomode e dannose come il rigassificatore, le pale eoliche”. Si legge nella nota diffusa dall’Usb. “A gestire le ingenti risorse messe dal Governo sarà l’attuale governance – aggiunge il sindacato – Nulla per i lavoratori, nessun rilancio sull’occupazione, tranne generiche dichiarazioni di intenti”. Annunciano quindi un nuovo stato di agitazione nelle prossime settimane che coinvolgeranno tutti i siti del Gruppo Acciaierie d’Italia”.