Piano vaccini anti-Covid 19: perché non sarà somministrato a bambini e adolescenti?

Ida De Carolis

, Attualità

Il 27 dicembre scorso, dopo l’approvazione da parte dell’European Medicines Agency, è partita in Italia e in Europa la campagna di vaccinazione anti Covid-19. 
L’obiettivo è raggiungere al più presto l’immunità di gregge contro il SARS-CoV2.
Dopo una fase iniziale, che dovrà essere limitata, per il numero di dosi consegnate, essa si svilupperà in continuo crescendo. I vaccini saranno offerti gratuitamente a tutta la popolazione.

Secondo le linee guida stabilite dal Piano strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19, elaborato da Ministero della Salute, Commissario Straordinario per l’Emergenza, Istituto Superiore di Sanità, Agenas e Aifa, in questa prima fase verranno distribuite ogni settimana circa 470mila del vaccino Pfizer-Biontech, che saranno inoculate secondo l’ordine di priorità alle categorie più esposte al contagio, ovvero operatori sanitari, sociosanitari, residenti e personale delle Rsa.

Ad oggi sono quasi 327 mila le dosi di vaccino anti covid19 somministrate in Italia, pari a circa il 47% delle dosi disponibili.

Nei prossimi mesi la campagna proseguirà fino ad estendersi a tutta la popolazione ad eccezione però dei bambini e ragazzi dai 0 ai 16.

Siamo ormai abituati alle ondate di fake news che, da marzo 2020, accompagnano la pandemia mondiale. “Ovviamente” non potevano mancare le bufale sul vaccino e, in concomitanza dell’avvio della campagna vaccinale, sono già partite le prime insinuazioni sulla “non sicurezza del vaccino” e sull’esclusione dei minori di 16 anni dalla campagna vaccinale.

Sulla questione, abbiamo cercato di fare chiarezza con il dr. Gianfranco Fusilli, pediatra di libera scelta della Provincia di Taranto.

Come mai i bambini ed i ragazzi sono esclusi dal piano vaccinale?
Perché attualmente non esistono vaccini autorizzati in età pediatrica. Il vaccino sviluppato da BioNTech e Pfizer, che è quello distribuito in Italia e che si sta somministrando dal 27 dicembre 2020, è stato autorizzato nelle persone a partire dai 16 anni di età.


Per comprendere a pieno la scelta dei target di riferimento e bloccare la campagna di disinformazione che mette a rischio non solo la salute dei soggetti non vaccinati, ma anche la protezione della popolazione nel suo complesso, occorre conoscere il processo di sviluppo di un vaccino. L’immissione dei vaccini in commercio, ma anche dei medicinali, viene autorizzata in base ai requisiti di qualità, sicurezza ed efficacia definiti da linee guida europee e internazionali. Per i vaccini le linee guida prevedono che, prima di essere immessi in commercio, dopo la fase pre-clinica (in vitro), subiscano tre processi nei quali vengono testati sul target di riferimento e, sempre in base alle linee guida, le sperimentazioni vengono avviate sempre sulla popolazione di riferimento.

Inoltre, sottolinea il dr. Fusillii bambini non sono stati inseriti nei gruppi studiati perché non sono una categoria a rischio e non rientrano nella popolazione target in cui il virus SARS-CoV-2 crea danni gravi. In età pediatrica, infatti, ad oggi è molto difficile che l’infezione possa scatenare la reazione infiammatoria multisistemica.

Attualmente è possibile fare delle previsioni su nuovi studi sui minori di 16 anni?
Gli studi sui bambini inizieranno probabilmente verso aprile 2021 appena saranno concesse le autorizzazioni. Anche se attualmente – fa notare Fusilli – i bambini non sono considerati i “superdiffusori” del SARS-CoV-2, vaccinarli sarà importante per tutelare comunque la loro salute e permettere loro di tornare tranquillamente a scuola ed alla loro vita normale. Inoltre, vaccinarli sarà importante per raggiungere l’immunità di gregge perché se non si vaccinano i bambini a fronte della morte degli anziani, si perderà pure l’immunità di gregge che si spera di raggiungere entro la fine dell’anno 2021.

Particolare attenzione, oltre a ciò, viene posta dal dr. Fusilli su un’altra questione che ha creato disinformazione e cioè l’utilizzo di un vaccino “a Rna” e sulla sua possibilità di modificare il DNA. Il nostro DNA non può essere modificato dall’mRNA contenuto nel vaccino per tre “semplici” motivi – chiosa Fusilli – l’mRNA arriva nella cellula ma resta nel citoplasma, non entra nel nucleo dove è contenuto il nostro DNA; nel nostro organismo manca la trascrittasi inversa, ovvero quell’enzima che utilizza l’RNA per produrre il DNA. Quindi l’uomo non potrà produrre “nuovo DNA” in grado di inserirsi nel nostro DNA originale e modificarlo. Tra l’altro per potersi integrare questo nuovo DNA necessiterebbe di un enzima detto integrasi che ugualmente non possediamo. Infine, – conclude il medico – l’mRNA è una molecola fragilissima, motivo per il quale viene conservato ad una temperatura al di sotto degli 80° e che dura pochissimo, il tempo di essere letto dai ribosomi.

In conclusione, il vaccino non modifica il nostro DNA, non sarà somministrato a pagamento e soprattutto si sa benissimo cosa contenga (basterebbe visitare il sito dell’Agenzia Italiana del Farmaco). E’ fondamentale però, per sfatare le false leggende e la comunicazione scorretta che avvolge negli ultimi anni la strategia vaccinale in generale, ripartire dal valore morale della stessa e rilanciare i risvolti sociali ed economici di una massiccia adesione della popolazione alle campagne vaccinali.

Solo in questo modo si potranno contrastare efficacemente le campagne di contro-informazione, portate avanti sulla base di “pareri” che sono ben lontani dall’evidenza scientifica.

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