L’egoismo da sindrome vaccinale. L’Italia dei furbetti

Ida De Carolis

, Attualità

Nel report del commissario per l’emergenza Covid, sono oltre 2 milioni e 300.000 gli italiani classificati sotto la voce “altro” e che hanno già ricevuto la prima dose di vaccino, pur non essendo inseriti nelle liste delle priorità.

L’Italia del parcheggio in doppia fila, sul posteggio disabili, dei furbetti del cartellino e del reddito di cittadinanza, dei falsi invalidi, non poteva smentirsi di fronte ad una campagna vaccinale che, seppur un teatrino disorganizzato a livello nazionale, aveva delle priorità per soggetti particolarmente più esposti per attività svolta, stato di salute ed età.

Ed invece, tra ritardi nelle consegne dei vaccini, blocchi degli organismi di vigilanza, campagne no-vax, stiamo assistendo ad una guerra tra poveri senza precedenti.

Le Regioni con più “furbacchioni”: Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, Toscana. Qui il 30% delle somministrazioni totali è inserita sotto la voce “altro”.

Un vera e propria ipocrisia sintomo di come quel “ne usciremo migliori”, dettato da un tenue ottimismo concesso dal periodo decisamente tragico dello scorso anno, non abbia sortito realmente nessuna crescita individuale e riscoperta del bene comune.

Ne usciremo migliori? Non lo sappiamo. Ma dovremmo capire che, in una campagna di vaccinazione già tanto difficile, traballante, piena di ritardi ed ostacoli, interporre interessi individualistici è come sparare sulla Croce Rossa, mettendo in atto azioni controproducenti per tutti, anche per chi ha ancora voglia di fare il furbetto

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