Deposito scorie radioattive. Basilicata e Puglia tra le aree potenzialmente idonee

Ida De Carolis

, Attualità

Il Governo ha pubblicato la Cnapi, Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) alla localizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi, e tra le aree ritenute più idonee quella a cavallo del territorio materano e pugliese.

Nella notte fra il 4 e il 5 gennaio infatti, con il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la Sogin – società dello Stato italiano responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare – ha pubblicato il documento che contiene il progetto preliminare del Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico e l’elenco dei luoghi individuati come possibili siti per la sua costruzione. Il deposito nazionale servirà a sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività: non solo quelli provenienti dallo smantellamento degli impianti nucleari chiusi a seguito del referendum del 1987, ma anche quelli prodotti dall’industria, dalla ricerca e dalla medicina nucleare.

Sono 67 le aree potenzialmente idonee, individuate attraverso un processo di selezione analizzando parametri come la densità di popolazione, la distanza dalle città, il rischio sismico e la stabilità idrogeologica.
Le zone scelte sono distribuite su tutta la penisola e isole e si concentrano in Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. 

In Puglia sono state individuate potenziali aree idonee ad Altamura, Gravina e Laterza.

La pubblicazione della Carta Nazionale è l’inizio di una fase abbastanza lunga di consultazione pubblica per individuare una sola delle aree indicate come sito di realizzazione del Deposito Nazionale. 
La consultazione dei documenti avrà una durata di due mesi, successivamente si terrà il Seminario Nazionale, aperto alla partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, e costituirà la fase di dibattito pubblico vero e proprio. La Sogin, recepite le osservazioni, aggiornerà la Cnapi e la sopporrà nuovamente ai pareri del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’ente di controllo Isi, del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Infine sarà il MISE a convalidare la versione definitiva trasformandola in Carta Nazionale delle Aree Idonee

Le proteste non si sono fatte attendere.  Il Sindaco di Gravina, Alesio Valente dichiara, con un post sulla sua pagina Facebook, di aver appreso la notizia dalla stampa e dice: “Non c’è spazio per trattative o valutazioni. Lo dico subito: la nostra risposta sarà un no secco e fermo. Niente e nessuno può farci cambiare idea rispetto a quella contrarietà già espressa in consiglio comunale nel 2015 e poi ancora nel 2016 insieme ad altri Comuni ragionando in un’ottica territoriale più ampia, perché è chiaro che si tratta di una scelta che riguarda un territorio intero. E poi, in termini ambientali, Gravina e la Murgia hanno già dato: la vocazione di queste nostre aree è agricola e turistica, e non permetteremo che ci trasformino in un cimitero di scorie nucleari. Mai!”

 “Non ci lasceremo trascinare con rassegnazione in questa situazione” dice la sindaca di Altamura Rosa Melodia e richiama, nel suo post social, le delibere congiunte dei Consigli Comunali del 2016 nelle quali, con un ordine del giorno, Altamura, Poggiorsini, Spinazzola, Irsina, Santeramo in colle, Gravina in Puglia e Matera dichiararono le aree comunali non disponibili alla localizzazione del deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico.

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