Natale e Covid: il senso di responsabilità non guasta mai

Dietro ogni serranda ci sono uomini, famiglie. E allora: aprire, e rischiare la morte corporale, o restare chiusi e rischiare quella economica?

Il Natale 2020, macchiato dalla pandemia, è alle porte e molte sono le opinioni contrastanti tra comuni cittadini, commercianti ed Istituzioni, circa il salvaguardare a tutti i costi le feste, gli spostamenti, lo shopping, il diritto allo studio.

Che il 25 dicembre, da anni, non fosse più considerato dai più un giorno spirituale era cosa chiara. Gli anni della guerra sono passati ed il benessere ha cambiato gli usi ed i costumi non solo di noi italiani, ma di tutti gli esseri umani. Certo è pure che chi ha poco, o nulla, non sta piangendo lacrime amare per non poter andare a sciare. Questo non vuol essere un demonizzare il Natale, momento magico dell’anno, che in questo 2020 mancherà di mercatini, sfarzi ed addobbi, nei Comuni che hanno scelto di destinare quelle somme alle famiglie in difficoltà.

Il COVID esiste ed è ancora tra noi, nonostante le vergognose ed irrispettose – verso le vittime – illazioni dei cosiddetti “negazionisti”. Un altro po’ di pazienza, ci dicono, e sarà pronto il vaccino. Intanto l’economia affonda sempre di più. Data attesa con trepidazione è il 3 dicembre prossimo, giorno in cui scadrà il Dpcm di novembre e giorno in cui si potrà notare se le misure di contenimento adottate, sono state sufficienti ad evitare un secondo lockdown, e ad avere un Natale quanto più normale possibile.

Ma poi ci sono le voci de ” la libertà dell’estate è stata deleteria… !” ; e allora che si fa?

Tra Regioni colorate, didattica a distanza, saracinesche abbassate, malati, centri sportivi chiusi e povertà in aumento, c’è chi pensa davvero alla pagnotta, o al divertimento?
“Sacrificio” è una parola che pesa, ed anche ingiusta se si valuta un altro fattore: la sanità al collasso in tutto il territorio. E la colpa non è di certo del cittadino, che le tasse le paga. Il mondo era impreparato, si credeva onnipotente, intoccabile, invincibile. La Natura (perché non si può accettare l’opzione disgustosa del complotto), si sta imponendo, dimostrando chi è il più forte, chi ha sbagliato. Natale 2020: che sia davvero di meditazione e di lenta ripresa alla normalità, che a quanto pare necessita anche di frivolezze. Quelle cose che ad alcuni sembrano inutili ma che per altri sono motivo di tranquillità. E comunque, COVID o no, festività o no, il problema è che bisogna ostentare. Attendiamo le nuove dritte. In ogni caso, il senso di responsabilità non guasterebbe mai.

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