Comunicato stampa della coalizione Grottaglie Next
Con 16 voti favorevoli, ovvero 13 della maggioranza e 3 dei consiglieri di opposizione Alfredo Traversa, Massimo Carrieri e Ottavio Orlando, il Consiglio comunale di Grottaglie pone l’accento sulla questione dello stabilimento jonico.
Una vertenza iniziata nel lontano 2012, quando il Gip Patrizia Todisco disponeva il sequestro dell’area a caldo del siderurgico.
Nell’esprimere piena solidarietà ai lavoratori diretti e dell’indotto, la maggioranza del Consiglio comunale pone la questione della tutela della salute pubblica al centro del dibattito, convenendo sul fatto che le fonti inquinanti sotto sequestro vanno fermate e che gli interventi dei governi negli anni sono serviti a poco, se non a garantire una produzione che avvelena e uccide.
Lo ha dichiarato la Corte d’Assise di Taranto, la Corte europea dei diritti dell’uomo, l’organizzazione mondiale della sanità e anche l’ONU, definendo l’area di Taranto come area di sacrificio umano.
Un atto dovuto, il nostro, che punta a cambiare la narrazione politica sulla vicenda che da anni mortifica il nostro territorio e che si rivolge alla Provincia di Taranto, alla Regione Puglia e soprattutto all’attuale Governo, al quale si chiede di rivedere l’area di crisi industriale e di varare una “legge speciale per il lavoro a Taranto”.
Una legge speciale che preveda la formazione e ricolocazione negli enti pubblici dei lavoratori in esubero, ai quali va riconosciuto che la continua esposizione ad agenti chimici dannosi costituisce un pericolo per la salute umana, così come evidenziato nelle motivazioni depositate dai giudici il 29 novembre di quest’anno, a valle della sentenza sul processo “Ambiente svenduto”.
La vita umana al centro di tutto, ma soprattutto ridare dignità al lavoro che è diventato negli anni uno strumento di ricatto per operai e cittadini.
Pretendiamo un vero piano industriale che punti a rilanciare l’area jonica secondo un modello di sviluppo ecocompatibile e condiviso con il territorio, soprattutto in ottica dell’area ZES e del piano Agromed presentato qualche giorno fa.
La nostra è una presa di posizione politica oggettiva, semplice conseguenza del fatto che a nulla sono serviti i vari decreti emanati dai governi che, anziché migliorare la situazione, hanno solo aggravato le condizioni della fabbrica e dell’inquinamento ambientale, garantendo la marcia di impianti che hanno ucciso nel corso degli ultimi dieci anni 9 lavoratori.