Molte certezze, comprese quelle economiche, sono state messe in discussione; così in Europa, da questa nuova condizione conseguente all’emergenza sanitaria, si sono creati i presupposti per una modifica dei meccanismi di controllo e di redistribuzione della finanza italiana e dell’Ue.
L’ Ue aveva regole economiche ben precise a cui dovevano attenersi tutti i paesi membri, regole basate sul rispetto di determinati indicatori e la mancata osservanza degli stessi produceva sanzioni, ma al tempo stesso rappresentava crescita e miglioramento delle condizioni in tutti i paesi membri; ogni singolo paese membro, nei diversi settori, è finanziatore del bilancio europeo dal quale vengono redistribuiti nei territori i fondi raccolti, per esempio attraverso i fondi strutturali.
L’attenzione al momento però è indirizzata ad affrontare le conseguenze da Covid 19 e lo strumento di cui si parla da tempo è il Recovery Fund, o Next Generation Fund, un fondo da 750 miliardi di euro. Di questi miliardi 209 sono destinati all’Italia, tra fondo perduto e prestiti fino al 2058, da poter investire in : digitalizzazione, innovazione competitività e cultura, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastruttura per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, parità di genere, coesione sociale e territoriale, salute.
L’Italia ha l’opportunità di uscire da questa condizione di difficoltà e finalmente porre le basi per quella riforma strutturale, promessa da tanti governi ma mai attuata, perché ci sono le condizioni per rendere efficaci le politiche di spesa ed investimento legate al Recovery Fund, ma servirà una visione di lungo periodo capace di guardare soprattutto alle future generazioni.
Errori come quelli commessi fino ad ora non devono essere ripetuti, poiché l’Italia, destinataria di diversi finanziamenti, non è riuscita a spendere quanto avrebbe potuto, così come non ha fatto la regione Puglia specialmente nel settore agricolo.
Ed è proprio la Puglia che dovrà essere protagonista di questo next generation fund, infatti alcuni settori di sviluppo riguardano la regione e sono: il parco costiero pugliese della cultura, turismo e ambiente; la Zes di Bari e Taranto; l’alta velocità Napoli-Bari che dovranno essere inseriti nelle scelte attuative.
L’obiettivo di avere un paese più coeso e più equo è raggiungibile, ma l’approccio deve essere completamente diverso da quello avuto fin qui. Serve un’Italia più liberale.