“I provvedimenti intrapresi dalla Regione Puglia per sopperire al disavanzo dei costi sanitari ci preoccupano e indignano. La riduzione della spesa farmaceutica e il taglio del personale aggravano le criticità di un sistema sanitario oramai al collasso”.
A scriverlo, in una lettera aperta indirizzata al Presidente delle Regione Puglia Michele Emiliano, sono i pazienti onco-ematologici della struttura complessa di Ematologia dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto.
“Il percorso di cura di noi pazienti onco-ematologici – spiegano – è lungo e arduo. Abbiamo necessità di sottoporci a continue visite medico-specialistiche ma spesso siamo costretti a rinunciare a causa delle lunghe liste di attesa, impossibilitati a permetterci il privato. Il personale sanitario – proseguono – è carente in un reparto dove pazienti per lo più allettati e sottoposti a terapie debilitanti richiede assistenza continua e costante. Altrettanto inconcepibile ridurre la spesa farmaceutica, noi che dei farmaci abbiamo necessità per sopravvivere“.
“Il comparto sanitario – sottolineano – è sempre più messo in ginocchio da una gestione che non presta attenzione a un numero sempre maggiore di persone che si ammalano e, piuttosto che incrementare i servizi, si decide di tagliarli“.
“Alla luce di quanto emerge, chiediamo al Presidente della Regione Puglia di non procedere con la riduzione della spesa farmaceutica e il taglio del personale quanto, piuttosto, di impegnarsi a migliorare il nostro percorso di diagnosi, cura e assistenza, nel rispetto del nostro diritto alla salute.
“Ricordiamo che, tra i doveri della Regione, in ottemperanza all’articolo 32 della Costituzione, nonché dell’articolo 117, comma 3 della stessa, è annoverata la tutela della salute dei suoi cittadini. Se il bilancio economico presenta delle criticità, rivolgetevi al Governo e pretendete i finanziamenti che garantirebbero un giusto e adeguato percorso di cura per noi pazienti. Oppure, potreste procedere con il taglio dei vostri stipendi piuttosto che penalizzare ulteriormente noi malati”.
Non accettiamo – concludono – di essere considerati gli ultimi, un peso per la collettività. Noi siamo delle risorse. Noi siamo persone.