La guerra alla gestazione per altri. Cosa pensano gli italiani della maternità surrogata?

Ida De Carolis

, Attualità

Approvata durante il secondo governo Berlusconi, la legge che vieta in Italia la pratica della maternità surrogata è la 40 del 2004, che prevede una pena da 3 mesi a 2 anni di reclusione e una multa da 600mila a 1 milione di euro. Da tempo il partito della premier Giorgia Meloni ha chiesto di mettere all’ordine del giorno delle Camere la discussione della proposta di legge, a prima firma di Maria Carolina Varchi, che prevede che la gestazione per altri diventi un reato universale. La discussione in commissione comincerà oggi.

Il testo della proposta di legge è composto da un solo articolo e prevede la modifica della legge del 2004. La proposta della Varchi vuole estendere il divieto della “gestazione per altri” previsto in Italia anche all’estero. In sostanza, il testo prevede di punire il cittadino italiano che la mette in pratica fuori dai confini nazionali, in Paesi dove è legale, con le pene previste per il reato in Italia.

Il tema, a livello politico, è molto divisivo. In questi giorni hanno fatto discutere le dichiarazioni della ministra alla Famiglia e alle pari opportunità Eugenia Roccella: “La maternità surrogata in Italia è proibita e bisogna chiamarla col suo nome: utero in affitto”, ha dichiarato durante la trasmissione Mezz’ora in più, in onda sui Rai 3. Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera ha addirittura paragonato la pratica alla pedofilia.

La posizione dei DEM è ancora poco definita. A febbraio però Stefano Bonaccini, attuale presidente del partito, aveva detto di essere contrario. Vaga anche la posizione del Movimento 5 Stelle e, molto simile a quella del Governo, quella del Terzo Polo.

Il tema della maternità surrogata è una questione alla quale non è semplice dare una risposta netta. Sulla sua liceità le opinioni dei cittadini comuni si spaccano, tra chi la considera una possibilità percorribile da tutti e chi è fermamente contrario alla gestazione per altri.

“Seppur la donna sia libera di gestire il proprio corpo – dichiarano alcuni intervistati – dall’altro il rischio di mercificazione del corpo della donna è elevatissimo”. Per gli stessi sarebbe più giusto lavorare ad una legge che elimini le attuali limitazioni previste per le adozioni per le coppie omogenitoriali e che la stessa non venga considerata più pratica di “adozione in casi particolari”.

Per altri invece “la pratica, indipendentemente dalle posizioni, deve essere prevista e regolamentata con chiare leggi come già previste in altri Stati“. In Belgio, ma anche nel Regno unito è consentita la pratica solo in forma “altruistica”, cioè a titolo gratuito. Anche in India è stata introdotta una legge che permette di ricorrere alla maternità surrogata a titolo gratuito. Idem in Canada dove però è previsto il rimborso delle spese mediche alla madre surrogata.”

Questo in qualche modo eviterebbe corpi femminili poverissimi nei quali vengono impiantati più e più embrioni contemporaneamente, donne decedute con corpi sfiniti dopo sei, sette gravidanze in serie.

Molti sostengono che “avere un figlio è un diritto”, ma allora ogni mezzo per poter esercitare questo diritto è giusto, dignitoso, morale?

Diventare madre o padre è una scelta che rientra nella sfera della libertà personale. Laddove non ci siano le condizioni naturali per coronare questo sogno, la maternità surrogata costituisce una possibilità che riconosce ad ognuna delle parti ruoli consapevoli e dettati dalla responsabilità, se avviene in condizioni di legalità e rispetto dei diritti di tutti“.

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