Pochi giorni fa in Parlamento una parte abbastanza consistente di Senatori e Senatrici hanno deciso di mettere fine al Ddl Zan, bloccando un percorso che dura da 25 anni a questa parte.
Non solo, quegli stessi Senatori e Senatrici appartenenti all’ala della destra, estrema destra e ad una parte della sinistra, hanno letteralmente sputato in faccia a tutta la comunità LGBTQ+ e alle persone con disabilità che puntualmente, ogni giorno, continuano ad essere oggetto di violenze fisiche e psicologiche solo perché ritenute diverse.
Quella parte di Parlamento ha dichiarato attraverso la foga di abbracci e mani svolazzanti che non solo non ha a cuore quella parte di società civile che attende di essere riconosciuta, ma soprattutto non ha a cuore anche quella parte di società che è totalmente al fianco di tutte quelle persone messe ai margini, derise e violentate a suon di insulti e aggressioni.
Quella stessa parte di Parlamento nascondendosi dietro al valore di “famiglia tradizionale“, prova a nascondere feste e festini vergognosi, fior fiori di quattrini provenienti da ambienti neri che più neri non si può
Sud in Movimento è e sarà vicino a questa battaglia che oramai va avanti da 25 anni, perché riteniamo che questa legge sia necessaria per mettere tutti* sullo stesso piano, affinché non ci siano persone di serie A e di serie B, ma soprattutto perché vengano riconosciute le identità di genere, identità strettamente soggettive che contribuiscono a dare dignità ad ogni singola persona della nostra società.
Le forze di sinistra in Parlamento hanno e avranno la responsabilità di accompagnare quotidianamente il Ddl Zan verso la sua approvazione, perché in Italia come in altri Paesi d’Europa, si deve essere liberi di amare come si vuole e per quello che si è, senza distinzione.
E a tutt* quell* che aspettano l’approvazione di questa legge, diciamo con forza di continuare a lottare insieme e a tutti i livelli istituzionali e non, perché questa è la battaglia di tutt* e non di pochi.
Sud in Movimento, domenica 31 ottobre alle ore 18:00, sarà in Piazza Principe di Piemonte al sit-in di protesta, organizzato da ARCI Grottaglie.