Il primo filone dell’inchiesta T-Rex dell’anno scorso ha fatto emergere un mondo sommerso, regolato da interessi economici e politici che hanno visto la discarica di Grottaglie il punto cardine attorno al quale ruotavano questi stessi interessi.
Un territorio che era preda del potere incondizionato dell’ex Presidente della Provincia Tamburrano, il quale diceva senza troppi peli sulla lingua “la Provincia la comando io” e che si serviva di tutta una fitta rete di altre figure fondamentali per spartire ancora meglio il nostro territorio, tra cui Natile, responsabile per il settore ambiente in provincia, Lonoce imprenditore di San Marzano di una società di rifiuti e Venuti il procuratore speciale di Linea Ambiente.
Così proprio ieri si è concluso il secondo filone di questa inchiesta e dalla pentola sono venuti fuori altri nomi con 22 avvisi di garanzia tra finanzieri, carabinieri, il sindaco di San Marzano che intesseva legami per fini personali e non solo, tra questi spicca un nome abbastanza noto dalle nostre parti, quello di Antonio Albanese, imprenditore massafrese, il cosiddetto “Re dei Rifiuti” che in questa vicenda è accusato di rivelazione di segreto istruttorio e corruzione.
Non ci siamo sbagliati quando più di 10 anni fa davanti a quei cancelli assieme ad altri cittadini, comitati e associazioni sentivamo già quella puzza di stantio.
Avevamo tutti ragione, non c’erano manganellate che tenevano o ragioni per cui non dovevamo andare avanti.
C’era già chi si faceva soldi e si spartiva le fette della torta col beneplacito della politica locale.
Oggi la nostra comunità porta ancora quei lividi addosso, ma non è importante, sappiamo che ne è valsa la pena e che tutti insieme abbiamo lasciato un’impronta che sarà difficile rimuovere, oggi è la direzione quella che conta e ci sembra quella giusta, quella che speravamo per il nostro territorio.