Lorenzo Zaratta: la procura di Taranto impugna il proscioglimento

Ida De Carolis

, Attualità

Il pm Mariano Buccoliero ha impugnato, davanti alla Corte d’Appello, la sentenza di proscioglimento emessa dal giudice dell’udienza preliminare a luglio.

Il gup del tribunale di Taranto, Pompeo Carriere aveva infatti assolto una persona e “il non luogo a procedere” per altri 8 imputati, tra dirigenti ed ex dirigenti dell’ex Ilva, accusati di omicidio colposo in relazione alla morte del piccolo Lollo, morto a 5 anni a causa di un astrocitoma – un tumore del sistema nervoso centrale – diagnostico a tre mesi dalla nascita. L’impugnazione in appello del Pm punta ad aprire un processo e “un dibattimento approfondito”.

Secondo il Gup Carriere “la letteratura medica, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, non consente di affermare la sussistenza di una correlazione causale tra inquinamento ambientale-atmosferico e tumori del sistema nervoso centrale e segnatamente dell’astrocitoma”.

Ora, la decisione del Gup è stata impugnata dal pubblico ministero Mariano Buccoliero davanti alla Corte d’Appello. “Non va affrontato il rapporto tra inquinamento ambientale e astrocitoma di Lorenzo – spiega Buccoliero – ma quello tra sostanze cancerogene nel cervello del bambino e tumore sviluppato proprio ove tali sostanze sono state trovate”.
I consulenti della famiglia Zaratta infatti avevano accertato la presenza di tracce di metalli pesanti nel tessuto cerebrale del bambino. La tesi di Buccoliero è che la mamma del piccolo Lollo in gravidanza, lavorando nel rione Tamburi di Taranto, molto vicino all’acciaieria, abbia inalato emissioni nocive della fabbrica, trasmettendole di conseguenza al feto.
Lorenzo era considerato un simbolo del dramma dell’Ilva di Taranto. Mauro, suo padre, nel 2012 a pochi giorni dal sequestro degli impianti dell’area a caldo del siderurgico, partecipò ad una manifestazione contro l’inquinamento mostrando la foto del figlio intubato in un letto di ospedale.

Lascia un commento