“Un dispiegamento di forze dell’ordine smisurato quello di fronte al quale ci siamo ritrovati questa mattina all’ingresso della capitale”. È quanto dichiarato dal sindacato Usb presente a Roma alla manifestazione di sindacati e lavoratori dell’ex Ilva di Taranto e dei metalmeccanici di tutti gli stabilimenti di Acciaierie d’Italia.
“In circa 200 abbiamo bloccato l’autostrada, – spiega il sindacato – per manifestare la nostra frustrazione e la nostra grande preoccupazione per un futuro, quello dei lavoratori legati direttamente ed indirettamente allo stabilimento tarantino, che non riusciamo più a vedere. Dunque i timori manifestati pacificamente dai lavoratori e dalla nostra organizzazione sindacale, sono stati interpretati nella maniera più sbagliata possibile, noi stessi siamo stati trattati come dei criminali. Fatto gravissimo e preoccupante”.
Inoltre, Franco Rizzo dell’esecutivo confederale e Sasha Colautti dell’Usb nazionale, denunciato la mancata convocazione del sindacato a Palazzo Chigi dove invece sono stati ricevuti Fim., Fiom e Uilm. “Significa non dare voce – commentano Rizzo e Colautti – ad una corposa parte di lavoratori di quella fabbrica, dell’appalto e in As, e dare uno schiaffo alla democrazia“.
“Siamo al corrente – dicono i delegati –del fatto che il ministro Fitto ha sostanzialmente consegnato la fabbrica nelle mani di Arcelormittal, sconfessando la linea seguita nei primi mesi dell’anno dal ministro Urso, per noi l’unica percorribile. Quel che è grave è che nell’incontro di fine settembre, il Governo aveva fatto intendere che non vi era alcun accordo; al contrario voci insistenti riferiscono di un accordo siglato ancor prima di quel momento, e di una trattativa avviata addirittura a giugno. Dunque lo Stato starebbe “donando” lo stabilimento al privato e regalandogli anche qualche altro miliardo di euro. Tradotto in concreto: si va verso la chiusura ad opera di Arcelormittal, senza che venga immaginata una rete di protezione e tutela per la forza lavoro impiegata all’interno del sito“.
Sembrerebbe che entro il 7 novembre sarà convocato a Palazzo Chigi un nuovo tavolo di discussione al quale saranno presenti i sindacati.