L’aggressione ad un gruppo di studenti da parte di giovani di Azione Studentesca avvenuto sabato 18 a Firenze, davanti al liceo Michelangiolo, ha scosso l’opinione pubblica e sembrerebbe che un fatto simile fosse già accaduto nei giorni precedenti davanti a un altro liceo fiorentino, il Pascoli.
Episodi che hanno sconvolto le comunità scolastiche e provocato non solo la reazione degli studenti ma anche delle presidi. Annalisa Savino, dirigente scolastica del liceo scientifico Leonardo Da Vinci, ha scritto una lettera aperta ai suoi alunni.
“Cari studenti,
in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che l’episodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose.
Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. “Odio gli indifferenti” – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee.
Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così”.
In un’intervista al Tirreno, la preside ha spiegato di aver scritto la lettera perché “colpita molto come cittadina, come dirigente e come madre di studenti. I ragazzi sanno interpretare il mondo e le cose che accadono. Ho voluto, come in altre occasioni e come altri colleghi fanno abitualmente, fornire spunti di riflessione ulteriori su un fatto grave, accaduto a loro coetanei, davanti a un istituto nella loro città. La scuola deve essere il luogo del confronto, sempre. La violenza, invece, ne è la negazione”.
Intanto, la Procura di Firenze ha aperto un fascicolo a carico di tre persone, tutti appartenenti ad Azione Studentesca, il movimento legato all’area di estrema destra. Il reato ipotizzato è quello di violenza privata.
Da sabato, quando è avvenuta l’aggressione davanti al liceo Michelangiolo, nessun esponente dell’esecutivo ha avuto “rigurgiti” antifascisti quantomeno per esprimere solidarietà ai ragazzi picchiati. L’unica posizione è stata quella dal presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone che ha derubricato l’aggressione come “un’evidente rissa”.