Si è svolto ieri l’incontro tra il governo italiano e il gruppo franco-indiano ArcelorMittal riguardo al futuro dell’ex Ilva di Taranto, un appuntamento che ha rivelato un’impasse apparentemente insormontabile tra le due parti. La delegazione governativa ha proposto un aumento di capitale sociale di 320 milioni di euro, con l’obiettivo di elevare la partecipazione pubblica al 66% attraverso Invitalia. Tuttavia, ArcelorMittal ha dichiarato la sua indisponibilità ad assumere impegni finanziari e di investimento, anche in veste di socio di minoranza.
Palazzo Chigi ha annunciato che, di fronte a questa situazione, Invitalia sarà incaricata di prendere le decisioni necessarie attraverso il suo team legale. Inoltre, le organizzazioni sindacali saranno convocate giovedì 11 gennaio per discutere della situazione, con la possibilità che si vada verso un’amministrazione straordinaria.
USB: “Il Governo deve agire con coraggio per il futuro di Ex Ilva”
L’organizzazione sindacale USB ha espresso la sua delusione per la mancanza di impegno finanziario da parte di ArcelorMittal e ha sottolineato la necessità di un forte ruolo pubblico nel garantire un futuro sostenibile per il settore dell’acciaio. USB ha chiesto al governo di affrontare con chiarezza questioni cruciali come l’occupazione, le garanzie per i lavoratori, gli appalti e le norme per il riconoscimento del lavoro usurante.
Fim, Fiom e Uilm: “Mittal deve mettere in sicurezza l’azienda e il futuro dei lavoratori”
Le sigle sindacali Fim, Fiom e Uilm hanno definito il comportamento di Mittal come “molto grave” e hanno chiesto al governo di mettere in sicurezza l’azienda e il futuro dei lavoratori. Inoltre, hanno ribadito la necessità di un controllo pubblico e hanno espresso preoccupazione per la possibile chiusura della siderurgia in Italia.
Angelo Bonelli (Europa Verde): “Mittal già noto per comportamenti scorretti”
Il deputato di Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, ha commentato la situazione sottolineando che i comportamenti scorretti di ArcelorMittal erano già noti, citando casi passati in Francia, Canada, Sud Africa, Stati Uniti, Bosnia Erzegovina e Ucraina. Ha avvertito che l’Italia potrebbe affrontare una significativa esposizione economica a causa di questo contenzioso.
In conclusione, la rottura delle trattative con ArcelorMittal ha generato tensioni significative tra il governo italiano, i sindacati e la multinazionale, aprendo la strada a un possibile scenario di amministrazione straordinaria per l’ex Ilva di Taranto. La situazione richiede ora una risposta urgente da parte del governo per garantire la sicurezza dei lavoratori, la tutela ambientale e il futuro dell’industria siderurgica in Italia.