Quello che sta accadendo in Palestina, per chi è sempre attento e informato, è esattamente la reazione a ciò che succede da circa settant’anni, l’oppresso che si ribella all’oppressore.
Da una settimana in Palestina sono in atto degli scontri armati tra israele e hamas, un gruppo di fondamentalisti islamici che NON rappresenta tutta la popolazione palestinese.
La storia di come israele sia arrivato ad avere uno Stato occupandone un altro non starò qui a spiegarla, ci sono una serie infinita di libri dedicati alla questione. Qui vorrei sottolineare una cosa importantissima: israele attua, impunemente, una politica di repressione nei confronti dei palestinesi. Israele è il paese, al mondo, con più condanne da parte dell’Onu in materia di violazione dei diritti umani. Israele, il paese con l’esercito più tecnologico al mondo, dichiara di fare ciò che fa per difendersi. Israele da oltre 70 anni ha attuato una politica di pulizia etnica nei confronti dei palestinesi, occupando territori, insediando coloni arbitrariamente, disattendendo qualunque risoluzione Onu, tutto questo ovviamente non lo dice la sottoscritta ma le Nazioni Unite e altre istituzioni molto più autorevoli.
Israele è a tutti gli effetti uno Stato colonialista ed estremista, è uno Stato che, in alcuni casi per bocca dei suoi ministri, utilizza la tragedia dell’olocausto per giustificare la pulizia etnica nei confronti dei palestinesi.
Israele sta, in questi giorni, in queste ore, bombardando la Striscia di Gaza, una striscia di terra abitata da 2 milioni di persone; sta bombardando ospedali dell’organizzazione umanitaria Medici senza Frontiere, scuole e strutture dell’Onu, abitazioni civili, ecc. Israele non si sta “difendendo” da hamas, israele sta deliberatamente sterminando il popolo palestinese. E le ultime escalation non sono altro che una scusa per portare fino in fondo il progetto sionista: liberarsi dei palestinesi.
Ma rispetto agli anni scorsi, la società civile israeliana non è molto entusiasta della politica adottata da Netanyahu. Le ultime proteste in Israele, per la modifica ad alcune leggi che darebbero ancora più potere al parlamento, sono indice di presa di coscienza anche da parte degli israeliani che, occorre precisare, non sono tutti sionisti.
È di poche ore la notizia, fonte Sole 24 Ore, dell’ipotesi che vede Netanyahu finanziatore economico di Hamas.
E in tutto ciò l’Italia, sia a destra che a sinistra, appoggia e fomenta questo progetto.
Anche il Partito Democratico che tutti spingevano a votare perché “sennò arrivano le destre”, si schiera dalla parte degli aggressori. Un Partito che, attraverso l’elezione della nuova segretaria si definiva riformato, cambiato e rivoluzionato, ha le stesse e identiche posizioni della patriota presidente del consiglio.
Tutto ciò è vergognoso; i morti e i feriti palestinesi ormai non si riescono più a contare. Bambini, donne, intere famiglie ammazzate dalle bombe a marchio “unica democrazia del medio oriente”. Milioni di sfollati della Striscia di Gaza che non sanno dove scappare perché i valichi con l’Egitto sono ancora chiusi; ospedali senza farmaci, elettricità ed acqua potabile che non possono curare adeguatamente i feriti.
Cari politici italiani amici di israele, la vostra coscienza (o quel che ne rimane) è sporca del sangue di tutte quelle persone innocenti che hanno solo una colpa: l’esser nati palestinesi.
Senza giustizia non ci sarà mai pace e libertà!
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