La morte dei diritti animali

Barbara Bria

, Attualità

“Ogni animale ha diritto al rispetto; l’uomo, in quanto specie animale, non può attribuirsi il diritto di sterminare gli altri animali o di sfruttarli violando questo diritto. Egli ha il dovere di mettere le sue conoscenze al servizio degli animali; ogni animale ha diritto alla considerazione, alle cure e alla protezione dell’uomo.”
Quello che avete appena letto è il secondo articolo della Dichiarazione universale dei diritti dell’animale firmata a Parigi, presso la sede dell’Unesco, il 15 ottobre 1978.
Il 20 settembre presso il Rifugio “Cuori liberi”, Sairano (PV), c’è stata un’aperta violazione di questo articolo da parte delle autorità sanitarie e politiche.
La vicenda che ha colpito il Rifugio “Cuori liberi” (qui un’accurata ricostruzione https://www.essereanimali.org/2023/09/uccisi-maiali-cuori-liberi/) rappresenta un precedente pericolosissimo nella gestione di epidemie animali.


Da poco, attraverso il decreto Ministeriale del 7 Marzo 2023, i cosiddetti santuari erano stati finalmente riconosciuti giuridicamente come rifugi. Per chi non lo sapesse, i santuari, ora rifugi, sono dei luoghi in cui vengono accolti animali di diversa specie sottratti a sfruttamento o salvati da morte ma soprattutto non destinati al “consumo umano”. Sono luoghi in cui i volontari si prendono cura di questi animali, facendoli vivere in maniera dignitosa e circondati da affetto.
Questo è il rifugio Cuori liberi; questo facevano lì i 10 maiali ammazzati barbaramente lo scorso mercoledì. Maiali che non rappresentavano alcun pericolo, sia per l’uomo che per altri animali, sono stati coscientemente ammazzati dalle autorità.
Questo è accaduto, ma potrebbe accadere in futuro, perché facciamo parte di una società fortemente Specista.
Nonostante qualcuno storce ancora il naso davanti alla parola “specismo”, la realtà è esattamente questa. La specie più forte, in questo caso l’uomo, si arroga il diritto di decidere della vita e dell’esistenza di quelle animali. L’ha fatto con gli orsi, con i cinghiali ed ora anche con dei poveri maiali indifesi. Tutto per meri interessi economici che, ricordiamolo, in quelle zone d’Italia sono altissimi se parliamo di allevamenti intensivi.
L’economia che viene prima della tutela dei diritti degli animali. L’economia che viene prima della tutela della Vita.


In questo momento storico abbiamo il diritto di difendere le realtà resistenti dei Rifugi, luoghi in cui si applica un modello di società più equo possibile; luoghi in cui non esiste “il più forte” ma si vive tutti insieme in condizioni di parità; luoghi in cui gli animali sono quel che sono e non oggetti che producono profitti. Forse gli ultimi luoghi in cui è pienamente realizzato l’ideale utopistico di una società senza distinzioni di classe e quindi di specie. Non quello che diciamo, ma le scelte che mettiamo in pratica ci definiscono in quanto Esseri Umani. Non dimentichiamolo mai!