Celeste Fortunato non c’è più. Le mani sono ferme sulla tastiera perché le parole sono tante ma sono cariche di rabbia. La rabbia nei confronti di uno Stato che persevera nel condannare i cittadini di Taranto. Celeste era diventata il simbolo della resilienza tarantina. La sua storia l’ha raccontata in un libro “All’alba della primavera” presentato lo scorso 11 maggio a Taranto.
Celeste è stata sempre impegnata nella difesa dei diritti della propria città. Attivista del movimento “Tamburi Combattenti”, per anni ha vissuto nel Quartiere Tamburi di Taranto.
Anche dopo aver scoperto – nel maggio 2021, all’età di 43 anni – di essere affetta da una grave forma di Leucemia, ha continuato a lottare per un futuro – sano – del proprio territorio.
Quanta fiducia si può continuare ad avere in uno Stato che non protegge i propri cittadini? Quanta fiducia si può avere per uno Stato che ha apertamente dichiarato guerra ad un’intera Provincia, continuando a lasciare sul terreno morti innocenti, adulti e bambini? Uno Stato che ha palesemente dichiarato, con i fatti, che la vita dei cittadini tarantini vale meno dell’Acciaio.
Ciao Celeste, grazie per il tuo coraggio e per la speranza che anche nei momenti più difficili sei riuscita a donarci.