Il Consiglio dei Ministri che si è tenuto mercoledì 5 ottobre il Governo Draghi, su proposta della ministra Bonetti, ha varato la Strategia Nazionale LGBTQ+.
“Si tratta di un piano triennale che – ha spiegato la Ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti – ha l’obiettivo di proteggere la salute, anche psicologica, accompagnando le persone transessuali nella fase della transizione, promuovere anche buone pratiche per le strutture penitenziarie. Per la prima volta, inoltre, ci sarà un’indagine statistica che individui le discriminazioni”.
La strategia recepisce la raccomandazione CM/Rec (2010)5 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che si impegna a tutelare i diritti della comunità LGBTQ+ promuovendo la parità di trattamento e un piano operativo contro le discriminazioni.
Da numerose indagini internazionali, – si legge nel documento approvato – emerge che la discriminazione nei confronti delle persone LGBT+ richiede che siano messe in campo politiche efficaci per garantire la parità di trattamento e il rispetto dei diritti umani.
Secondo i risultati dell’indagine speciale Eurobarometro 2019 “Discriminazione nella UE”, che ha analizzato il grado di accettazione sociale delle persone LGBTQ+ negli Stati Membri, c’è stato sicuramente un miglioramento ma, in alcuni Stati, permangono notevoli differenze.
L’Italia si colloca sotto la media europea per quanto riguarda, ad esempio, la percentuale di persone che ritengono che gay e lesbiche debbano avere gli stessi diritti degli eterosessuali, pari al 68% a fronte di una media UE del 76%; Il 59% considera che non vi sia nulla di male nella relazione affettiva fra due persone dello stesso sesso contro il 72% della media europea; il 43% concorda sul fatto che le persone transgender dovrebbero poter modificare i propri documenti civili in modo che corrispondano alla propria identità di genere a fronte di una media UE del 59% e solo il 37% è d’accordo con l’indicazione di un “terzo genere” sui documenti pubblici, a fronte della media UE del 46%.
La Strategia Nazionale individua quattro assi strategici di intervento. Per ognuno sono previsti obiettivi e misure da attuare: educazione e istruzione, nello specifico per ciò che riguarda la prevenzione e il contrasto dell’intolleranza e della violenza e del bullismo omofobico e transfobico; lavoro, prevedendo ad esempio i congedi parentali per i genitori dello stesso sesso e incentivi alle aziende che assumono transgender; sicurezza e carceri, in relazione alla sicurezza e alla protezione dalla violenza delle persone LGBTQ+, alla prevenzione e contrasto dei crimini d’odio, con particolare attenzione alla formazione delle Forze dell’Ordine e del personale dell’amministrazione penitenziaria; media e comunicazione, con azioni in contrasto degli stereotipi e dei pregiudizi nella rappresentazione delle realtà LGBTQ+, che fomentano l’intolleranza, la discriminazione e la violenza.
Adottata in extremis dal Governo uscente è stata vista dal partito di maggioranza del nuovo esecutivo come uno “sgarbo istituzionale”. A dichiaralo apertamente è Eugenia Roccella, deputata di Fratelli d’Italia e portavoce dei Family Day. “Non si possono prendere impegni per il governo successivo”, comunicando che la prossima maggioranza di centrodestra in Parlamento “è pronta a riprendere in mano tutto da capo. Con la nostra linea”.