La giornata contro omofobia, bifobia e transfobia: a che punto è l’Italia?

Ida De Carolis

, Attualità

Il 17 maggio 1990, solo 32 anni fa, l’Organizzazione mondiale della sanità rimuoveva l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie, dichiarando finalmente che l’orientamento sessuale è semplicemente parte della nostra identità, e che nessuno o nessuna ha una “devianza”.


Dal 2007 il 17 maggio di ogni anno si celebra in Europa la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia. Una giornata nella quale istituzioni e società sono tenute a riflettere e promuovere iniziative per denunciare e lottare contro ogni violenza fisica, morale o simbolica legata all’orientamento sessuale.


Ma a che punto è l’Italia? Lontano, molto lontano.
Nei giorni scorsi si è alzato un polverone intorno alla “solita e ordinaria” circolare diramata dal ministero dell’Istruzione, in cui si invitano le scuole ad organizzare iniziative di educazione e sensibilizzazione il 17 maggio in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. La circolare è stata inoltrata il 5 maggio dal ministero guidato da Patrizio Bianchi agli Uffici Scolastici Regionali e agli Istituti di ogni ordine e grado, comprese quindi le scuole elementari.
Le indicazioni, in sostanza, erano quelle di promuovere momenti di riflessione intorno a tematiche come il contrasto alla violenza in qualsiasi forma, la lotta contro le discriminazioni, il rispetto dei diritti.


Nulla di nuovo rispetto a quelle diramate negli anni passati.

Fratelli d’Italia e un sottosegretario della Lega hanno invitato il Ministro Bianchi a ritirare la circolare preannunciando un’interrogazione parlamentare. L’accusa è quella di voler far rientrare il Ddl Zan dalla finestra, dopo che questo è stato bocciato in Parlamento nel 2021, e di voler “spalancare le porte delle scuole all’ideologia gender”.
Il sottosegretario all’istruzione ed esponente della Lega Rossano Sasso ha scritto su Facebook: “Un conto è combattere e condannare giustamente ogni tipo di discriminazione; un altro è fare propaganda di genere attraverso attivisti Lgbt ideologizzati cari a Pd e M5S, come successo in questa scuola di Bracciano, in provincia di Roma”. – e continua il post della leghista – “Il tema delle discriminazioni non deve essere il cavallo di Troia per taluni personaggi ideologizzati affinché si possa fare propaganda gender. Grazie alle famiglie vigileremo attentamente contro ogni forma di prevaricazione. Se PD e M5S vogliono imporre il ddl Zan, devono farlo votare in Parlamento e non sponsorizzarlo negli uffici del ministero”.

Eppure, basterebbe rileggere la circolare per comprendere che non c’è nulla di diverso rispetto agli altri anni. Sembrerebbe invece che, a meno di 30 giorni dalle elezioni amministrative, qualcuno si sia ricordato di una circolare, che viene inviata ogni anno, e che semplicemente ribadisce un concetto chiaro e limpido contenuto nella nostra costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

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