Nell’aprile scorso, come Sud in Movimento, abbiamo condiviso in Consiglio Comunale un Odg sulla distribuzione dei fondi del PNRR, anche sulla scia dell’adesione alla rete Recovery Sud sottoscritta dal Sindaco Ciro D’Alò e da tutta la passata giunta.
In un contesto italiano spaccato in due a causa della grave carenza di servizi soprattutto al Sud, si rischia ora di assistere ad un ulteriore scippo di risorse a causa del nuovo Bando sugli Asili Nido predisposto il 2 dicembre scorso dal Ministero della Pubblica Istruzione.
Tale bando, se ha corretto le storture di quello precedente grazie alla mobilitazione dei sindaci meridionali così che finalmente a tutti i bambini italiani vengono riconosciuti i medesimi diritti, prevede tuttavia calcoli per l’erogazione dei contributi non sul numero dei bambini che ci sono adesso, ma su quello che l’ultimo Rapporto Istat dello scorso novembre ipotizza per il 2035. E cioè 51.000 bambini in meno nelle regioni meridionali, numero che comporterebbe una notevole riduzione di fondi per il Sud.
Il rapporto Istat infatti, che tuttavia avverte “sull’incertezza delle previsioni demografiche quanto più ci si allontana dall’anno base”, calcola che nel 2035 nel Meridione ci saranno 51.000 bambini in meno se continueranno le attuali tendenze di scarsa natalità e di emigrazione da sud a nord proprio a causa della carenza di servizi nel Mezzogiorno.
Parametro questo del tutto nuovo che non trova riscontro in nessun obiettivo di legge; per il quale il Ministero della P.I. non fornisce alcuna giustificazione; e per il quale si arriva al paradosso di sostenere che si debbano costruire asili nido non sulla popolazione infantile attuale (oppure, al limite, su quella stimata al 2026, anno di chiusura del PNRR), ma sulle ipotetiche previsioni del 2035.
Con la conseguenza di continuare a mantenere, invece che abbattere, la sperequazione nei confronti del sud contravvenendo a quanto deliberato dalla stessa UE. Infatti con il nuovo bando per gli asili nido i fondi previsti per fornire maggiori servizi saranno ulteriormente decurtati. Con conseguenze gravi non solo nei confronti dei bambini meridionali nati e che nasceranno fino al 2035, ma anche nei confronti delle donne meridionali che continueranno ad incontrare grandi difficoltà nell’autodeterminazione dal punto di vista lavorativo e sociale.
Per questa e per altre criticità presenti nel nuovo bando per gli asili nido, nonché per continuare la vigilanza sull’accesso ai fondi del PNRR, noi di Sud in movimento metteremo in campo tutti gli strumenti democratici a nostra disposizione al fine di mantenere alta l’attenzione e costruire una mobilitazione su tutti i livelli istituzionali.