“I progressi che iniziano a vedersi sul fronte di Ilva consentiranno di definire un quadro di insieme più chiaro, che può dare anche una risposta a Piombino e a tutta la filiera”. Queste le dichiarazioni, rilasciate ieri a Livorno, dal Ministro del Lavoro Orlando.
“Non sappiamo di quali progressi parli il Ministro, – si legge in una nota a firma, Massimo Battista a capo del movimento Una città per cambiare – conosciamo bene, invece, le condizioni dello stabilimento siderurgico tarantino il cui stato è fortemente preoccupante. Ancora una volta, un autorevole esponente del Partito Democratico si schiera nettamente in difesa dell’ex Ilva, omettendo colpevolmente di considerare il danno sanitario e ambientale della nostra città. Con buona pace degli esponenti locali dello stesso partito – continua Battista – che, a giorni alterni, parlano di decarbonizzazione, chiusura dell’area a caldo e impianti alimentati ad idrogeno.Fumo, come quello che esce quotidianamente, da sessant’anni, dalle ciminiere della fabbrica, responsabile di morte e malattie ma anche della desertificazione economica della nostra città. Taranto e i tarantini saranno ancora sacrificati in nome della produzione di acciaio e i responsabili hanno nomi e cognomi. Una città per cambiare – conclude – si opporrà in ogni sede e con ogni mezzo al futuro a cui vogliono condannare la nostra città. I figli di Taranto meritano di vivere sotto un cielo azzurro, tutto il resto è inaccettabile ed irricevibile. Siamo certi che una vera rinascita sia possibile solo dopo lo spegnimento del siderurgico“.
Massimo Battista è operaio ILVA in A.S., dal 1998 – anno del suo ingresso in fabbrica – ha continuamente denunciato la mancanza di sicurezza in acciaieria. Già consigliere comunale nell’ultima consiliatura tarantina potrebbe essere uno dei candidati a ricoprire il ruolo di primo cittadino per la prossima tornata elettorale della città dei due mari.