Lo scontro israelo-palestinese si incendia, la comunità internazionale sembra non essere interessata


La questione palestinese dura oramai da diversi (troppi) decenni.

In tutti questi anni il popolo palestinese ha subito una vera e propria persecuzione da parte del cosiddetto Stato israeliano, che si è arrogato il diritto di poter fare i “propri comodi” in una terra tanto bella quanto martoriata.

È degli ultimi giorni la notizia di nuove aggressioni in terra palestinese, in particolare nei territori occupati.

In Cisgiordania ci sono state delle aggressioni da parte di coloni israeliani nei confronti di intere famiglie nel quartiere di Sheikh Jarrah.

Queste aggressioni da parte dei coloni, finalizzate agli espropri, si sono concretizzate perché gli stessi rivendicano il diritto a queste terre in base ad una legge successiva al 1967 che permette ai discendenti degli ebrei residenti a Gerusalemme di rivendicare la proprietà della zona est della città.

Un occhio attento però riesce a cogliere in queste aggressioni l’ennesimo tentativo di occupazione israeliana, l’ennesimo atto di una vera e propria pulizia etnica.

Intere famiglie rischiano di ritrovarsi in mezzo a una strada perché il più forte ha deciso così.

I palestinesi oggi rischiano di rivivere la tragedia della Nakba ed è proprio per questo che in Palestina si protesta, si lotta e si muore.

Benché l’informazione italiana mainstream parli di “guerra”, in Palestina si assiste, oggi come da sempre, ad uno sconto impari. Perché da una parte abbiamo uno degli eserciti più forti e tecnologici del mondo, dall’altra abbiamo lanci di sassi e mezzi di fortuna (se pensiamo ad Hamas comunque i mezzi in loro possesso non sono minimamente paragonabili a quelli israeliani).

Ancora una volta in Palestina va in scena l’ipocrisia di tutta la comunità internazionale, che non è mai stata in grado di dare giustizia ad un popolo oppresso. Va in scena l’ipocrisia della politica italiana: mentre da una parte c’è chi solidarizza con Israele, dall’altra c’è un ministro degli esteri che non è in grado di prendere una posizione, limitandosi a dire frasi fatte per non scontentare nessuno.

Vai scena l’ipocrisia di un popolo che nonostante il ricordo dei crimini dell’olocausto nazista, perpetra lo stesso orrore.

L’ipocrisia di una società che si schiera con il più forte per interessi politici ed economici.

L’ipocrisia di una società che guarda al sasso lanciato da un manifestante piuttosto che al lancio di missili o alle aggressioni delle ambulanze.

L’ipocrisia dell’uomo che non riesce a provare empatia, che vede tutto in funzione del potere e della gloria politica.

L’ipocrisia dell’umanità che si volta dall’altra parte mentre “in Palestina c’è chi lotta e muore nella speranza di veder nascere un fiore.”

Foto di hosny salah da Pixabay

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