“Ma dai, hai solo il ciclo!”. Questa è la tipica frase che le donne in foto, ma anche molte altre, si sentono dire continuamente. Precisamente 1 donna su 10.
L’endometriosi è una “malattia invisibile”, non è visibile agli occhi degli altri, spesso viene riconosciuta a fatica. Una malattia ancora troppo poco conosciuta sebbene riguardi tre milioni di donne in Italia e 200 milioni nei paesi occidentali. Si tratta di una malattia tipicamente femminile, diffusa nelle donne in età fertile. Il picco è situato tra i 25 e i 35 anni, ma può interessare anche fasce d’età inferiori.
Uno dei principali problemi è il ritardo diagnostico, che si attesta in Europa sui 9 anni circa. Anni in cui i medici, amici e famigliari non credono all’intensità dei dolori perché per una donna “è normale avere dolore durante il ciclo”. Ma il dolore è anche un importante segnale che il nostro corpo ci invia.
L’endometriosi – si legge sul sito della Fondazione Italiana Endometriosi – è determinata dall’accumulo anomalo di cellule endometriali fuori dall’utero. Solitamente le cellule endometriali dovrebbero trovarsi all’interno di esso. Questa anomalia determina nel corpo infiammazione cronica dannosa per l’apparato femminile, che si manifesta tramite forti dolori e sofferenze intestinali.
Il sintomo caratteristico dell’endometriosi è il dolore: durante il ciclo mestruale, nel periodo peri-mestruale, alla defecazione e nei rapporti sessuali. Un dolore cronico che per alcune donne diventa un importante fattore invalidante a livello fisico, sociale e psicologico.
In Europa, l’Associazione AENDO ha stimato che ogni anno vengono spesi 30 miliardi di euro per congedi lavorativi legati all’endometriosi, suddivisi in: ore lavorative ridotte, giorni di malattia e perdita del lavoro per decisione della paziente o licenziamento.
Il 30% – 40% delle donne con endometriosi è sterile. La malattia è una delle prime cause di sterilità femminile. Alcune donne, ad esempio, scoprono di essere affette da endometriosi proprio perché hanno difficoltà a restare incinta.
Il 27 e il 28 marzo 2021 sono le giornate di sensibilizzazione sul tema della prevenzione dell’endometriosi. “La scarsa informazione rispetto a questa patologia fa sì che non vi sia un’adeguata prevenzione, unica arma attualmente a disposizione per arginare le conseguenze in assenza di una cura”, scrivono i promotori del Team Italy della WorldWide Endomarch.
Da giovedì 26 marzo sono numerose le iniziative solo online, a causa del protrarsi dell’emergenza sanitaria, poste in essere in tutto il mondo per far sì che vi sia una maggiore conoscenza circa tale patologia.
Tanti anche i volti famosi, Whoopi Goldberg, Rossella Brescia e Nancy Brilli anche loro affette da endometriosi, che sono scesi in campo a sostegno delle campagne informative.
Sigo, Aogoi e Augui, associazioni nazionali dei ginecologi italiani, per il 28 marzo aprono un canale dedicato in cui le donne potranno rappresentare dubbi e chiedere informazioni di tipo diagnostico e terapeutico, ricevendo in breve tempo risposte dai ginecologi esperti su una malattia fortemente invalidante che incide negativamente sulla salute riproduttiva della donna
Gli stessi ginecologi inoltre hanno lanciato un appello alle Istituzioni affinché in tutte le Regioni siano identificati e supportati economicamente centri dedicati all’endometriosi, in cui specialisti con alte competenze possano definire il migliore approccio terapeutico. E sì, perché un altro dei tanti ostacoli delle donne affette da endometriosi è, il più delle volte, la difficoltà di individuare medici e/o centri specializzati nel trattamento della malattia.
L’informazione è l’arma più potente che possiamo avere e non ci deve essere pudore o vergogna quando si parla di endometriosi. Una diagnosi e un trattamento tempestivo possono migliorare di gran lunga la qualità della vita di queste donne. È importante non dire più “Ma dai, hai solo il ciclo!”, ma essere consapevoli che i forti dolori mestruali e quelli che si hanno durante i rapporti sessuali, non sono normali e non devono essere sottovalutati.