Il governo Meloni aveva annullato i finanziamenti per lo sviluppo di reti ciclabili urbane. Si trattava di 94 milioni di euro per gli anni 2023 e 2024, che erano rimasti nel Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane e non ancora assegnati.
Nel testo della legge di bilancio 2023 il fondo era stato azzerato nonostante l’Italia, sul piano della ciclabilità, sia il fanalino di coda del contesto europeo.
Dopo le proteste delle ultime settimane da parte delle associazioni FIAB, Legambiente, Clean Cities, Kyoto Club, Greenpeace, Cittadini per l’aria è arrivata l’approvazione di un emendamento a prima firma Sergio Costa – ex Ministro dell’Ambiente e attuale vicepresidente della Camera dei Deputati – che prevede l’istituzione del nuovo “Fondo per lo sviluppo di ciclovie urbane intermodali”.
Al fine di promuovere l’uso di servizi di trasporto pubblico locale e ferroviario, in attuazione del Piano generale della mobilità ciclistica, nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è istituito il Fondo per lo sviluppo di ciclovie urbane intermodali, con una dotazione di 2 milioni di euro per l’anno 2023 e di 4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025”.
Ridotto notevolmente rispetto al precedente, il nuovo ha eliminato l’obbligo per i Comuni di co-finanziare per il 50% le piste ponendo appunto la condizione che queste siano collegate al trasporto pubblico e che gli Enti dimostrino di aver approvato in via definitiva strumenti di pianificazione dai quali si evinca la volontà dell’Ente di procedere allo sviluppo strategico della rete ciclabile urbana.
Pertanto, l’attuale Governo non ha istituito un nuovo fondo ad hoc per le piste ciclabili urbane ma ha molto più semplicemente svuotato quello esistente per poi cambiare nome e dotarlo di circa 84 milioni in meno. I conti sono presto fatti. 7904 Comuni italiani avranno a disposizione poco più di 1200 euro per lo sviluppo delle reti ciclabili.