Movimento “Una Strada Diversa”: fronte comune contro l’accordo Governo-Mittal

La ricapitalizzazione pubblica è subordinata alla non scontata autorizzazione dell’antitrust. Questa difficoltà è confermata dalle parole della portavoce della Commissione Ue, la quale ha denunciato come l’operazione non sia stata neanche notificata dalla Società alla Commissione Europea. Inoltre, l’accordo tra Invitalia e Mittal è soggetto a tre condizioni sospensive di difficile attuazione, tra cui il dissequestro degli impianti da parte della magistratura entro la data del perfezionamento della vendita, prevista per maggio 2022.

Per questi motivi l’accordo ci appare assolutamente lontano dal poter essere ritenuto perfezionato. L’attuazione del piano industriale, a queste condizioni, pare oggettivamente difficile e rischia di rivelarsi una bolla pronta a scoppiare di fronte alla sua evidente insostenibilità economica, occupazionale e ambientale. Il quadro della situazione ci porta, quindi, a ritenere che la storia di questa vicenda sia ancora tutta da scrivere. A questo si aggiunge che su Mittal incombe anche l’ordinanza di fermo impianti del Sindaco Melucci (ordinanza sindacale 15/2020), la cui decisione del TAR sul ricorso di ArcelorMittal e Ilva Spa, proprio nell’udienza di ieri mattina, è stata fissata al 27 gennaio.

Pensiamo sia il momento, piuttosto che farsi vincere dalla rassegnazione e dalla stanchezza, di trovare, invece, la forza di costruire, per la prima volta dopo anni di divisioni e reciproche diffidenze, un fronte comune e ampio che possa rivendicare le ragioni del nostro territorio, incompatibili con quelle dell’accordo scellerato firmato dal Governo.

Un fronte comune, che sappia mettere insieme Istituzioni regionali e comunali – a partire da Presidente della Regione Puglia e Sindaco di Taranto -, forze politiche – compresa quella parte sempre più consistente di rappresentanti e iscritti di PD e M5S che non si riconoscono nella linea del Governo -, forze sindacali e il mondo dell’associazionismo tarantino, formato da attiviste e attivisti che in tanti anni di lotta hanno acquisito competenze e strumenti fondamentali per opporsi a un destino che rischia di continuare a legare il nostro futuro a quello di un gigantesco, obsoleto e inquinante impianto siderurgico.

Come movimento politico “Una Strada Diversa” sentiamo il dovere di fare la nostra parte. Organizzeremo, pertanto, un evento agli inizi di gennaio per mettere in relazione gli attori che in questa vicenda possono e devono lavorare insieme nella costruzione di un fronte ampio. Rilanciamo, intanto, l’appello a tutte le forze menzionate di mettere da parte inutili divisioni e reciproche accuse per unirsi e provare a modificare insieme un destino che è tutt’altro che segnato.

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