Grottaglie ambiente, al via la fase di chiusura definitiva del I e II lotto. Nuovi guai giudiziari a carico della società Linea Ambiente.

Ci sono voluti oltre dieci anni, due amministrazioni e solo con l’attuale Governo cittadino guidato da Ciro D’Alò, in carica dal 2016, per il I e II lotto della discarica di Grottaglie scatta finalmente l’avvio dell’ultima fase per la chiusura definitiva.

I e II lotto per anni sono stati sotto la lente dei comitati ambientalisti cittadini e del Presidio Permanente NO Discariche che scoprirono dai verbali della Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, come quei siti, alla fine degli anni ‘90 inizi 2000, furono terminale di sversamento illecito dei rifiuti (Inchiesta “Eldorado”). Rifiuti di ogni tipo che venivano sottoposti a miscelazioni e a vertiginosi percorsi dal sud Italia al nord per poi ritornare sempre al sud, e tutto questo al fine di assegnare agli stessi rifiuti, mediante giri di bolla, una catalogazione che fosse solo apparentemente ammissibile in entrata con le discariche finali di destinazione, tra cui anche i siti di Grottaglie.

Dal 2008, anno di fine esercizio operativo del I e II lotto con copertura provvisoria del sito, sono stati sempre i comitati e l’allora Presidio Permanente NO discariche, del quale il Sindaco D’Alò era uno dei promotori, a reclamare agli amministratori dell’epoca (a partire dell’amministrazione Bagnardi) iniziative concrete volte a sollecitare e pretendere l’immediato avvio della fase di post gestione, considerando anche che la copertura provvisoria era una fase che per legge sarebbe dovuta durare al massimo 5 anni. E invece sono passati quasi 13 anni e solo con l’attuale amministrazione si sono formalizzate numerose richieste, a Provincia e Regione, volte ad accelerare il “post-mortem” della discarica.


Si parte a dicembre 2020
. Il piano presentato dalla società Linea Ambiente riporta tutti gli interventi che condurranno la discarica alla fase ultima.
La copertura finale della discarica (capping), per una superficie complessiva 70.000 m2 circa, verrà̀ realizzata mediante posa in opera, dal basso verso l’alto, di materiale inerte: strato minerale a bassa permeabilità̀ realizzato con materiale argilloso, strato drenante intermedio, costituito da materiale inerte di adeguata granulometria (misto naturale) ed uno strato superficiale di copertura, da realizzarsi con terreno vegetale per un quantitativo complessivo pari a circa 73.000 m3. Nell’ambito della formazione della copertura finale verranno realizzate le strade del ripristino ambientale, per una superficie complessiva di 4.500 m2, che saranno costituite da un rilevato di 40 cm di spessore in misto naturale con finitura superficiale di ghiaietto e sabbia.
Indicativamente la società ha stimato per i lavori di recupero ambientale e copertura definitiva, un tempo di realizzazione di tutti gli interventi di circa 770 giorni.


“Per oltre vent’anni la città di Grottaglie è stata legata alla parola discarica con un danno ambientale, sanitario e di immagine per i cittadini. – dichiara il Sindaco della città di Grottaglie, Ciro D’AlòCon impegno e determinazione l’abbiamo chiusa chiedendo, come abbiamo sempre fatto con gli amministratori dell’epoca, atti concreti e responsabili al fine di sollecitare l’avvio del post gestione. Oggi continuiamo a chiudere capitoli mostruosi della nostra città. Continueremo a seguire attentamente la fase di post gestione del I e II lotto – conclude il Sindaco – e persisteremo nel pretendere da parte della Provincia e Regione l’avvio della stessa fase per il III lotto, autorizzato dall’allora Sindaco Bagnardi contro ogni volontà popolare.

Nel frattempo però la società Linea Ambiente continua ad avere guai giudiziari. Sarà infatti celebrato a febbraio 2021, il processo penale a carico del direttore tecnico e referente del controllo e prevenzione integrata dell’inquinamento dell’impianto III lotto di Grottaglie, per inosservanza delle prescrizioni AIA a seguito di ispezioni da parte dell’ARPA nel novembre 2017.

Insomma, la città di Grottaglie avvia la sua svolta epocale: nessuno potrà restituire ai cittadini l’area paesaggistica ed archeologica, gli insediamenti rupestri e la macchia mediterranea ma dopo 20 anni, grazie al coraggio di chi lotta, si scrolla finalmente di dosso l’etichetta che per anni l’ha identificata come la “città della monnezza“.

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