E’ iniziato bene il 2021.
In data 7 gennaio è stata tracciata una nuova mappa per eventuali siti di stoccaggio dei rifiuti nucleari. In Italia ne sono stati trovati 67, tra cui alcuni anche in Puglia. In passato (parliamo del 2008) la provincia di Taranto ha rischiato di ospitare questo tipo di rifiuti pericolosi e difficili da smaltire nel breve termine.
Grazie al referendum tenutosi nello stesso anno, per fortuna, nel territorio tarantino fu scampato il pericolo. Pericolo che ora riguarda tutta l’Italia, nonostante la Sogin, ente incaricato, assicuri che i rifiuti stoccati nei vari siti avranno una pericolosità bassa o medio-bassa.
Anche questa volta il destino della provincia jonica sarà identico a quello del lontano 2008?
Ricordiamo che, solo nella provincia di Taranto oltre all’ex Ilva, esistono numerosi centri industriali tra cui Cementir, Eni, ma non solo, nella medesima area insistono diverse discariche tra cui la “Mater Gratiae” della stessa Ilva, le due discariche di Manduria, l'”Italcave” di Statte, la “Vergine” di Lizzano, la discarica” ex-Ecolevante” di Grottaglie, a pochi km da San Marzano, senza dimenticare l’inceneritore e le discariche situate nel territorio di Massafra.
Capiamo bene che in provincia di Taranto la pressione in termini ambientali e di salute è abbastanza forte.
Nel corso degli anni, la popolazione jonica è stata ed è tutt’ora esposta ad inquinamento di diversa natura che, ha coinvolto e coinvolge tutte le matrici ambientali, quindi aria, acqua e suolo, condizionandone anche le attività produttive strettamente legate a questi comparti.
Esistono, oltre che un problema di carattere ambientale e di salute, anche il problema occupazionale che, costringe i giovani a migrare altrove e, invece, per chi resta non ci sono molte alternative visto che si continua a morire negli ambienti di lavoro e/o di tumore o altre patologie gravi, tra cui moltissimi bambini e bambine.
Il territorio jonico sta pagando un prezzo troppo alto, non vogliamo che si crei un ulteriore precedente, come accaduto per la recente scelta politica sull’Ilva, per legittimare qualsiasi altro tipo di scempio.
Questa non è la terra dei pochi, ma la terra dei piccoli e grandi cittadini che, nonostante tutto, continuano a credere e a remare verso un futuro diverso
Vito Annicchiarico, Sud in Movimento