Sarà un’associazione temporanea di imprese operanti nel settore delle grandi bonifiche e nella valorizzazione del ciclo integrato dei rifiuti, a far nascere nell’Aeroporto di Grottaglie il primo centro italiano di “dismantling”, ossia smontaggio, smantellamento e riciclaggio degli aerei giunti a fine vita.
Il progetto è stato presentato a Rimini in occasione di “Ecomondo”, l’evento di riferimento in Europa per la transizione ecologica e i nuovi modelli di economia circolare e rigenerativa.
L’Ati è risultata aggiudicataria di una procedura per la concessione ventennale da parte di Aeroporti di Puglia: grazie a un investimento privato di circa 16 milioni di euro che interesserà una superficie complessiva di oltre 18mila mq, nello scalo aeroportuale grottagliese è prevista la costruzione di un hangar, lungo 80 metri e largo 82, in cui saranno smontati e rigenerati i singoli aerei, nonché la realizzazione di una palazzina magazzino-uffici. L’attività produttiva sarà ispirata ai criteri di massima sostenibilità, aspetto che ha visto riconosciuta la valenza progettuale rispetto ad altre proposte.
Il piano industriale prevede tempi di costruzione di due anni e una volta a regime si stima un “traffico” di almeno 12 aerei l’anno fra le tre differenti tipologie in base alla fusoliera. A Grottaglie, insomma, potrà essere rigenerato un gigante come un Boeing 747 o un velivolo da 100 posti.
L’obiettivo del progetto si colloca in un contesto internazionale che prevede un piano di dismissione di oltre 1.000-1.500 aerei civili l’anno nei prossimi 15 anni con un avvicendamento che vedrà il parco aeromobili in gran parte rinnovato. Il ciclo di vita di un velivolo da trasporto non supera i 25 anni e le nuove scelte ambientali da parte dei costruttori dei giganti del cielo punta a far volare aerei meno pesanti per risparmiare soprattutto sui carburanti oltre che sui costi di costruzione (fibra di carbonio). A titolo di esempio: un Boeing 747 – ormai destinato alla conclusione del lifecycle – pesa oltre 180 tonnellate rispetto a un A 300 che ne pesa 87. Da qui la scelta – necessità di recuperare quante più parti possibili da un vecchio aereo, reimmetterle nel circuito dell’economia riducendo al minimo la quota destinata allo smaltimento.
Grazie al riuso e riciclo dei vecchi aerei, nel centro di Grottaglie è stimato un volume d’affari di oltre 30 milioni l’anno (per una dozzina di velivoli) attraverso il recupero delle componenti di valore (motori, carrelli, sistemi idraulici, freni, ecc.) destinati a pezzi di ricambio (regolarmente “certificati”) e alla vendita del materiale riciclato (un aereo è composto per il 70% di alluminio, 15% acciaio, 5% rame, 5% titanio, 5% materie plastiche e fibre varie).
“L’idea del Dismantling nell’aeroporto di Grottaglie – ha dichiarato il Presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Maria Vasile – nasce dall’obiettivo definito dal Piano Strategico di AdP di creare un polo di eccellenza industriale a Grottaglie la cui caratteristica fosse l’unicità. Infatti, questo tipo di servizio che verrà effettuato nello scalo jonico, si inserisce in un mercato globale, quello dello smantellamento, montaggio e del riciclo degli aeromobili, che nei prossimi 20 anni interesserà circa 15mila aeromobili. Tale iniziativa è molto rilevante, in quanto problematiche emerse nel settore della distribuzione dei materiali aeronautici hanno evidenziato la necessità di regolamentare le operazioni di demolizione e smantellamento degli aeromobili per le possibili ripercussioni che tale attività possono avere sulla sicurezza del volo. L’investimento per l’avvio del Dismantling a Grottaglie, quindi, si fonda su un programma previsto da AdP nel proprio piano industriale nell’ambito della specializzazione logistica e industriale dello scalo jonico in seno alla Rete aeroportuale pugliese. Di qui la gara internazionale, vinta da un’ATI pugliese, attorno alla quale si è concentrato l’interesse di player internazionali. Ma, soprattutto – ha continuato Vasile –, va sottolineato il fatto che ancora una volta i privati raccolgono l’appello del pubblico creando una catena di valore che non ha eguali. La complessa attività, che verrà realizzata su Grottaglie, sottintende a specifiche autorizzazioni e al rigoroso controllo da parte delle autorità aeronautiche italiane e degli organismi internazionali del settore. Siamo orgogliosi che tutto ciò avvenga in Puglia. Abbiamo centrato un importante obiettivo grazie alla collaborazione con la Regione, ma soprattutto siamo orgogliosi che la nostra regione si connoti ancora una volta quale modello per la realizzazione di progetti all’insegna della sostenibilità ambientale, del reimpiego delle materie prime e della salvaguardia dei livelli occupazionali specializzati nella lavorazione dei metalli nell’area tarantina”.