Il libro che mi appresto a consigliarvi è un saggio che ho avuto la fortuna di leggere per il torneo letterario di Robinson, L’arte di legare le persone di Paolo Milone.
Prima di parlare del testo occorre precisare che l’autore, Paolo Milone, è uno psichiatra di Genova che ha lavorato in un Centro di Salute Mentale, infatti il saggio tratta alcune delle storie con le quali ha avuto a che fare.
La bellezza di questo saggio sta nel presentare al lettore sia il quadro medico dei pazienti che il quadro personale degli stessi. Milone con delicatezza ci racconta cosa vuol dire avere a che fare con persone, sì perché prima di essere malati si tratta di persone, che hanno una storia, un trascorso che hanno più o meno influito nel decorso o nella nascita della malattia mentale. Milone ci porta nella sua quotidianità, fatta di questioni prettamente personali che si intrecciano, in uno scambio ciclico, con gli impegni lavorativi.
Un racconto intimo che serve a fare capire che avere a che fare con malati mentali non significa somministrare “semplicemente” sedativi e tranquillanti, ma lottare giornalmente, a volte anche con la morte.
La vita di chi si occupa di queste persone, sia medici che familiari, è in un perenne equilibrio tra la disperazione e la voglia di lottare per migliorare la qualità della vita stessa. Un equilibrio che a volte si spezza tragicamente, a volte è così precario che basta il peso di una piuma affinché tutto crolli come un castello di carte.
Quello di Milone è un testo che dovrebbero leggere tutti, indipendentemente dalle proprie esperienze di vita, ma soprattutto chi usa con facilità termini che appartengono a questo mondo. Perché i malati mentali sono malati a tutti gli effetti e quando lo capiremo, sia la società che le Istituzioni, saremo finalmente un popolo Civile.
Carmelo, quando sei fatto a metà, completi l’opera con le parole: in piedi dondolando, con gli occhi semichiusi, racconti il mondo come lo vedi tu, biascichi, ti interrompi, riprendi, singulti, singhiozzi, ti ascolti, ti domandi, ti rispondi, ora sei quieto, poi ti infervori, protesti, scoreggi, rigurgiti, sospendi l’argomento, chiudi gli occhi, ti addormenti, borbotti, taci, riborbotti, taci del tutto, ecco, sei fatto, di parole.
La droga che costa meno.