Un preoccupante podio per la Puglia. È la regione d’Italia dove piove meno con 641,5 millimetri annui medi e impatti gravi sull’agricoltura causati dalla siccità che distrugge le coltivazioni e favorisce i roghi e rappresenta la calamità più rilevante per il settore agroalimentare.
E’ quanto dichiara Coldiretti Puglia, sulla base del Rapporto dell’ISPRA e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’ambiente, mentre è in fase di predisposizione la dichiarazione dello stato di emergenza per la siccità con l’istituzione di un coordinamento tra Protezione civile, MiPAAF, MiTE, Affari Regionali, MIMS e MEF.
Secondo i dati dell’Osservatorio ANBI Nazionale, negli invasi artificiali ci sono 71 milioni di metri cubi d’acqua in meno rispetto alla capacità ma, quello che desta più preoccupazione è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come il grano e gli altri cereali, ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere.
Nelle attuali operazioni di trebbiatura si registra un calo del 30% delle rese per il grano e l’avena, del 25% per i legumi e si assiste anche ad una precoce maturazione contemporanea delle diverse varietà di frutta e ortaggi. Allo stesso tempo, frutta e verdura in campo risultano bruciate dal caldo torrido.
Ad allarmare gli agricoltori sono anche gli animali nelle stalle dove le mucche, per lo stress delle alte temperature, stanno producendo fino al 30% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali, mentre il calo delle rese hanno ridotto la produzione dell’alimentazione degli animali, come orzo e piselli proteici.
E se non bastasse, i costi per l’irrigazione di soccorso e per la necessità di gasolio sono schizzati alle stelle.
“Una situazione – denuncia la Coldiretti – che fa salire ben oltre i 100 milioni di euro il conto dei danni provocati nel 2022 all’agricoltura pugliese per il caldo e la siccità soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti con le avversità da sole e scottature dei prodotti agricoli che non sono più assicurabili.”
“Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie – fa sapere l’associazione – abbiamo elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile nel Recovery plan un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale”.
“Il progetto – spiega Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di costruire senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale bacini in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione“.