di Giovanni Cicala
La politica, come altri fatti di vita, si può ironicamente e simbolicamente dividere in tre categorie:
1. La politica fatta da chi ha delle idee e le realizza
2. La politica fatta da chi ha delle idee e non le realizza
3. La politica fatta da chi non ha idee e fa “gossip“
Alla prima categoria appartengono donne e uomini che – per quanto le proprie idee e/o azioni possano piacere o meno – compiono delle scelte, sviluppano dei progetti, cercano di realizzarli, talvolta ci riescono e li vedono compiuti.
Cosa si dirà di loro ai posteri? Che tali donne e uomini hanno avuto delle idee, piaciute e non piaciute, e le hanno realizzate. A loro andrà la responsabilità delle idee e delle cose fatte, dei successi e degli insuccessi.
Alla seconda categoria appartengono donne e uomini che – per quanto le proprie idee e/o azioni possano piacere o meno – probabilmente compiono anch’essi delle scelte, probabilmente sviluppano anch’essi dei progetti e probabilmente cercano di realizzarli, però talvolta o spesso non ci riescono e non li vedono compiuti.
Cosa si dirà di loro ai posteri? Che tali donne e uomini – vuoi per poca volontà, poca capacità, poca responsabilità e/o poca opportunità – sebbene probabilmente abbiano avuto delle idee, piaciute e non piaciute, non sono riusciti a realizzarle. A loro andrà la sola responsabilità delle idee.
Alla terza categoria appartengono donne e uomini che – per quanto le proprie “inazioni” e la propria “inerzia” possano piacere o meno – non compiono delle scelte, non cercano di realizzarle e qualora provassero a farlo probabilmente non ci riuscirebbero.
Cosa si dirà di loro ai posteri? Che tali donne e uomini – vuoi per mancanza di volontà, capacità, responsabilità e/o opportunità – non hanno avuto delle idee e non le hanno realizzate, ma hanno avuto tanto di che disquisire delle idee e dei progetti degli appartenenti alle prime due categorie, e – spesso o sempre – lo hanno fatto con tesi vaghe, raffazzonate e/o liberamente tratte dalla fantasia, allo scopo di inasprirne strumentalmente i toni, renderne eclatanti i contenuti, e/o semplicemente per il gusto di non essere passati inosservati.
Costoro, delle donne e degli uomini della seconda categoria, diranno che le loro idee non sono buone, anzi, sono cattive; delle donne e degli uomini della prima categoria diranno che non sono buoni nemmeno i loro modi di realizzarle, anzi, che il loro modo di fare le cose è cattivo, viziato, o peggio, “maligno”. Per convincere gli altri di ciò parleranno non solo di fatti di politica, anzi, spesso non ne parleranno affatto, bensì dibatteranno su questioni terze quali cataclismi naturali, soprannaturali e/o personali, attribuendo le responsabilità di eventuali calamità agli appartenenti della prima categoria. Inneggeranno sistematicamente “al complotto!”, imbastiranno una lotta pseudo partigiana “contro il pensiero unico!” o si farà cenno a tesi orwelliane comunque necessarie a giustificare in un certo qual modo una mancanza sostanziale di contenuti. A loro non andrà alcuna responsabilità, se non quella delle calunnie e delle meschinità.
Come altri fatti di vita, quasi tutti gli attori della politica crederanno di far parte della prima categoria; pochi crederanno di far parte della seconda categoria; quasi nessuno o forse nessuno della terza categoria. Ma la storia, come altri fatti di vita, non è fatta di autoproclamazioni, bensì di azioni e cose fatte, e ci insegna che le corrette proporzioni non sono sempre come noi le immaginiamo.
I posteri ricorderanno gli appartenenti alla prima categoria per quanto realizzato, gli appartenenti alla seconda categoria per quanto pensato, degli appartenenti alla terza categoria non ci sarà ricordo alcuno, o forse qualche sedicente politico o sedicente opinionista passerà alla storia quale colorito personaggio del “gossip“. Ma a questo punto non parliamo nemmeno più di politica, bensì di un altro fatto di vita.