Giustizia per Taranto, in collaborazione con il movimento Legamjonici di Taranto, il Comitato Salute Pubblica di Piombino e Val di Cornia e con l’associazione Mal’aria di Falconara ha inviato al Presidente del Consiglio Draghi ed ai Ministeri della Transizione Ecologica, della Salute, del Sud e dello Sviluppo Economico, una proposta da inserire nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Come noto il PNRR è il piano che ogni stato europeo dovrà inviare alle istituzioni comunitarie entro fine mese con l’elenco dei progetti da candidare a finanziamento mediante il Recovery Fund.
La proposta avanzata, inviata per conoscenza anche al sindaco Melucci ed al presidente della Regione Emiliano, ha origine dall’esigenza di chiudere le fonti inquinanti e trae spunto dallo studio redatto da Confindustria nel 2016 dal titolo “Dalla bonifica alla reindustrializzione” che mira alla riconversione ecologica ed economica dei S.I.N., Siti di Interesse Nazionale. Vale a dire di quei territori che più hanno pagato, e pagano, dazio in termini di precarietà sociale, ambientale e sanitaria causate da scelte industriali di scarso profilo etico ed ecologico.
Lo studio fu anche al centro del Piano Taranto, il documento partecipativo per la riconversione di Taranto redatto con diverse realtà del territorio.
La proposta va a colmare l’inspiegabile vuoto del PNRR sul tema delle bonifiche e del risanamento dei territori inquinati, a partire da Taranto. Esso illustra puntualmente come, con un investimento pubblico di nove miliardi di euro, si potrebbero risanare tutti i territori inquinati del paese, generando economie sane calcolate per il doppio della cifra investita, ricavi fiscali per oltre quattro miliardi di euro e oltre quarantamila posti di lavoro.
A tale piano abbiamo chiesto che vengano affiancati accordi territoriali per la programmazione partecipativa della riconversione delle aree, affinché possano generarsi nuove e più sane opportunità di sviluppo incentrate su ricerca, innovazione ed economie green. Tutto ciò in coerenza con gli intendimenti del Recovery Fund che prevede un rilancio delle economie nazionali sulla base di progetti in grado di avere un effetto moltiplicatore nel solco del Green Deal europeo.
Nello scenario proposto, Taranto, in quanto territorio più vasto ed inquinato d’Italia, avrebbe un ruolo di assoluta centralità e traino rispetto al risanamento dell’intero Paese. Per tutto questo ci auguriamo vivamente che potrà essere preso in opportuna e dovuta considerazione dal Governo, aprendo per Taranto scenari radicalmente diversi rispetto a quelli che si stanno delineando.