Le api sono insetti prodigiosi dagli occhioni grandi e dalle capacità uniche. Quando sono tutte insieme, il loro ronzio è così forte che ci permette di riconoscerle, fanno un gran chiasso e, allo stesso tempo, possono essere anche abbastanza silenziose mentre viaggiano in maniera indipendente da un fiore all’altro alla ricerca di nettare e polline.
Sarà capitato a tutti di scambiare una vespa per un’ape, infatti, nel nostro immaginario, l’ape presenta striature gialle e nere come nel celebre cartone animato de l’Ape Maia. Nella realtà il giallo acceso e il nero sono colori da attribuire alle vespe, mentre le api hanno colori che vanno dall’arancio – marroncino con striature nere.
Certamente il pungiglione lo riconosciamo sia nelle vespe che nelle api, ed è forse la cosa che più ci spaventa per via del dolore che genera a seguito della puntura; tuttavia costituisce uno strumento di difesa, utilizzato in circostanze di pericolo.
In generale, quando sentiamo parlare di api ci riferiamo all’Apis mellifera, ossia l’ape in grado di produrre buone quantità di miele in condizioni ottimali: buono stato di salute della famiglia, presenza di scorte alimentari in grado di soddisfare l’intera famiglia di api e presenza di importanti fioriture nelle stagioni in cui le temperature cominciano a salire, quindi in primavera ed in estate. Dunque la produzione di miele non è così scontata ed automatica, anzi necessita di specifiche condizioni sia interne alla famiglia, come appunto lo stato di salute, che esterne e perciò strettamente legate all’ambiente circostante.
Eppure, fuori la realtà è sempre più complessa e variegata rispetto a quello che nel corso della nostra vita abbiamo anche solo potuto immaginare o conoscere sino ad ora; tanto è vero che esistono diverse sottospecie di api ed esistono anche le cosiddette “api solitarie”, sempre più rare, anch’esse fondamentali per l’attività di impollinazione ed è possibile incontrarle, di tanto in tanto, nelle vicinanze di prati fioriti o arbusti in fiore.
Ma perché sentiamo parlare molto di api? E perché è servita addirittura una legge ad hoc per la loro salvaguardia e valorizzazione?
Con la Legge n. 313 del 2004 viene disciplinata l’attività di apicoltura e riconosciuta come attività di interesse nazionale importante per l’ambiente, per l’ecosistema e l’agricoltura; poi nel 2014 la Regione Puglia adotta la Legge Regionale n. 45 volta alla tutela, valorizzazione e sviluppo sostenibile dell’apicoltura, regolamentando anche l’uso dei fitofarmaci nei periodi di fioritura.
Le api pertanto sono animali protetti e la loro uccisione o maltrattamento costituisce reato.
È stata necessaria una legge per proteggerle, in quanto è stato riconosciuto il ruolo chiave nell’attività di impollinazione, senza la quale le nostre tavole sarebbero sprovviste di ogni qualsivoglia alimento; ma non solo, rappresentano anche un importante valore economico per i piccoli-medi produttori di miele e di altri prodotti del mondo apistico quali polline, propoli e cera d’api.
Di solito in primavera e nelle primissime settimane d’estate, alcune varietà arboree che ritroviamo lungo i marciapiedi delle nostre città, come il tiglio, la robinia e l’albero del miele oppure piccoli arbusti come rosmarino, lavanda e timo in prossimità delle rotonde, sono interessati da un gran movimento di questi piccoli insetti, adattati in piccola parte a ciò che l’ambiente urbano offre loro.
La fioritura di queste specifiche piante regala un piatto prelibato alle nostre api, le quali raccolgono il polline sulle proprie zampette e lo trasportano poi sino alla loro casa, questa attività prosegue sino a quando i fiori non cominciano ad appassire.
Ovviamente non tutti gli alberi e i fiori presenti nelle nostre città e sui nostri balconi sono adocchiati dalle api, perché, come noi, anche loro hanno delle preferenze e ne prediligono solo alcune tipologie.
Da qualche tempo sulle api si sono accesi i riflettori per via delle continue morie a causa dell’inquinamento di diversa natura, perché rappresentano un pezzo importante di economia che sostiene piccoli e medi produttori e la loro presenza è cruciale per l’agricoltura.
In linea generale, dobbiamo precisare che qualunque forma di essere vivente, diversa dalle api, ha una ben precisa funzione nell’ecosistema e se studiata ci riserva un mucchio di elementi innovativi che non ci saremmo mai aspettati.
In ogni caso quando ci capiterà di scorgerle a visitare i fiori non disturbiamole, probabilmente nemmeno si accorgeranno di noi, perché impegnate nella raccolta.
Qualora si dovesse trattare di uno sciame d’api, ossia di un folto gruppo di api posizionate le une sulle altre, quasi immobili come un unico corpo, possiamo rivolgerci ad un apicoltore professionale, il quale saprà come intervenire predisponendo un’operazione di recupero.
Nel frattempo ricordiamoci che, attraverso il rispetto e l’osservazione silenziosa, possiamo imparare a conoscere questi fantastici insetti così operosi e dalla struttura societaria unica.
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