A 25 anni ha senso votare?

Votare, per quanto sia l’esercizio massimo della sovranità all’interno di una società democratica, in Italia gode la stessa considerazione che ha una disequazione di secondo grado per un ragazzo di quattordici anni, una gran rottura che “tanto a che serve”

In effetti il problema principale delle ultime legislature è che non si capisce mai chi ha vinto le elezioni o chi dovrà governare, dato che “la porcata”, così come il Senatore Roberto Calderoli definì la legge elettorale da lui appena firmata e ancora incredibilmente in vigore, ha creato un sistema di assegnazione dei seggi assurdo che non premia mai chi è più suffragato.

Le prossime, imminenti, elezioni segneranno un punto di svolta. Un po’ perché è, finalmente, finito il terribile esperimento sociale chiamato Movimento Cinque Stelle, nato come un manipolo di eroi che volevano cambiare le cose ed arenatosi in un gruppetto di amici pronti ad andare a qualsiasi festa pur di sentirsi rilevanti, dove per festa si intende governo e le feste passavano da essere quelle neofasciste con i cosplay delle camicie nere a quelle dei nuovi compagni della “sinistra”.

Non che le altre realtà se la passino meglio: il centrosinistra, o presunto tale, fa tristezza solo a vederlo. Il PD, nella legislatura che va chiudendosi, agli occhi di un elettore poco critico ne esce come l’eroe senza macchia e paura, per chi vi scrive, invece, è per l’ennesima volta colpevole di aver sostenuto, soprattutto con Conte, un governo tappabuchi senza aver dato nessun tipo di spinta progressista al paese, permettendosi pure, da partito di maggioranza, di farsi bocciare il DDL Zan senza nemmeno fare finta di battere i piedi. Una storia ciclica di batoste elettorali, passaggi nella maggioranza per governi “lacrime e sangue”, nessun tipo di rivoluzione interna, cambio di segretario, ospitate su Rai3 che metterebbero tristezza ad un piatto di riso in bianco e campagne elettorali sciape come il suddetto riso. Così, per l’eternità.

A destra invece, al momento, hanno un’aurea di invincibilità degna delle fiere medievali, bisognerà capire quando le tre teste del drago inizieranno a litigare per decidere chi deve prendere il potere (Presto).

La trattazione dei temi dell’attualità da parte dei nostri beniamini, per convenienza (la destra) e per incompetenza (la sinistra), è pari a quella di Antonio Cassano alla Bobo Tv. Il problema è che perso Lele Adani (Draghi) non hanno qualcuno a cui dare ragione a prescindere e sono costretti a fidarsi solo dei loro cervelletti. Quindi mentre Salvini parla di salsicce (letteralmente), Berlusconi di manovre da sessanta miliardi per i pensionati e la Meloni fa finita di non essere fascista, dall’altra parte si lavora alacremente per costruire un fronte comune non per proporre qualcosa, sia mai, ma per evitare la crescita delle destre. Fronte comune che, ovviamente, qualora riuscisse a formare un governo si squaglierebbe alla quarta fiducia, in nome della tradizione della sinistra che piace sempre raccontare

Ora, un mega assembramento composto da Beppe Sala, Di Maio, Calenda, Renzi, il Pd e i vecchi stanchi compagni di Articolo Uno farebbe venire voglia di votare Meloni anche a Berlinguer. Quindi va a finire che l’elettorato di destra vota, quello di sinistra no e poi si lamenta. Che è esattamente come sono andate le ultime due elezioni politiche in questo simpatico stivale

Ora, torniamo alla domanda iniziale: ha senso votare a 25 anni?

Grazie a dio la mia generazione è uscita dalla tradizione del simbolo e dal culto delle persone, motivo per cui forse a sto giro +Europa riusciamo a lasciarla a casa. Chiaramente, in questo momento, l’unica spinta riformista nel paese è quella degli under 30, quindi, cari amici in giacca e cravatta è il momento di farvi un bel listone di norme che dovrete mettere nei vostri programmi e cominciare ad approvare venti minuti dopo il vostro insediamento.

  1. Salario minimo orario: Nove euro l’ora, tassazione ridotta. Saremo costretti a vedere poveri membri di Confindustria con gli atolli di proprietà in lacrime? Le berremo.
  2. Patrimoniale: con quelle lacrime ci riempiremo le piscine pubbliche;
  3. Legalizzazione delle droghe leggere, non perché ci piace farci le canne ma perché non ci piacciono le mafie. E togliere svariati miliardi alle mafie pare proprio una bella idea, per noi che con le mafie non abbiamo niente a che fare, cara Giorgia;
  4. Diritti civili: non solo riprendere in mano il DDL Zan ma la cittadinanza per i ragazzi di seconda generazione, lasciare a casa i medici obiettori, l’eliminazione dell’IVA sugli assorbenti e tante belle cose che succedono nei paesi civilizzati duemilaventitre anni dopo cristo. E poi sai che bello vedere Pillon disperato?
  5. Politica energetica, una seria politica energetica. Che possa, il più possibile, ridurre la percentuale di combustibili fossili, perché, non so se si è capito, il tempo per fare qualcosa è praticamente finito.
  6. Investimenti in infrastrutture pubbliche e trasporti, i soldi possiamo trovarli ai punti 2. e 3.
  7. Riforma dell’istruzione pubblica: creare percorsi di studi utili, perché è bellissimo conoscere i Babilonesi ma sarebbe ora di portare seriamente lo sport, l’educazione civica e sessuale nelle scuole, magari ripetendo in un paio di livelli scolastici in meno che la Mesopotamia si trovava tra il Tigri e l’Eufrate e focalizzando i licei nello studio e comprensione dell’era moderna.

In conclusione, per rispondere alla provocatoria domanda inziale varrà la pena andare alle urne con convinzione quando ci sarà, in Italia, una realtà politica che possa proporre qualcosa e non arrabattarsi per andare contro qualcuno e qualcosa solo per non perdere il proprio, presunto, prestigio. La politica italiana, da destra a sinistra, passando per il centro moderato e per i (quattro) superstiti grillini è un fallimento completo, pieno di personaggi che oscillano il loro status tra deprimente e fallito. Sia chiaro, andare ai seggi, è sì un bellissimo diritto ma anche un dovere, pertanto andateci in ogni caso, come farà il sottoscritto, ma è giusto manifestare le proprie idee ed essere stufi di turarsi il naso e scegliere “il meno peggio”.

Citando nuovamente il più grande pensatore della storia di Bari Vecchia sono sicuro che qualcuno metterà una seria spinta riformista al centro della propria agenda? No. Ci discosteremo da mesi di “gli immigrati ci rubano il lavoro”? No. La sinistra farà una ennesima figura da cioccolatai? Chapeau.

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