A Grottaglie su Palazzo città la bandiera Lgbt. Polemica social: “la bandiera è di parte”

È paradossale, se non tragico, che nel 2021 si debba ancora parlare di omofobia, rimanendo inchiodati ad un passato che non se ne vuole andare, fatto di discriminazioni, bullismo, prevaricazione e diritti negati.

Il 17 maggio 2021 ricorre la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia e la bifobia, indicata nella sigla IDAHOTB (International Day against homophobia, transphobia and biphobia), finalizzata a promuovere e coordinare eventi di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell’omofobia, della lesbofobia, della bifobia e della transfobia in tutte le sue forme e in tutti i Paesi del mondo.

Istiuita da Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie, la prima Giornata internazionale contro l’omofobia è stata celebrata il 17 maggio 2004, a 14 anni dalla decisione – 17 maggio 1990 – di rimuovere l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Dal 2004 sono tante le iniziative che, a cavallo di questa giornata, vengono organizzate in tutto il mondo. Tra queste anche l’adesione da parte di alcuni Comuni, particolarmente sensibili, ad issare la bandiera rainbow sui palazzi comunali.

Anche il Comune di Grottaglie, da svariati anni, aderisce all’iniziativa issando la bandiera arcobaleno in corrispondenza delle finestre dall’ufficio del Sindaco. Insomma rispettando tutte quelle che sono le indicazioni dell’ufficio del Cerimoniale di Stato circa l’esposizione dei vessilli rappresentativi dei movimenti e che le vorrebbero, non avendo il rango istituzionale che compete alle bandiere ufficiali, posizionate non al fianco di quella nazionale ed europea. Inoltre, lo stesso Comune è stato tra i primi, precisamente nel 2012, ad aver istituito il registro delle unioni civili.

Un’adesione che, per quanto riguarda l’attuale amministrazione, ha sempre rinnovato da circa 5 anni ma che, per chi ha buona memoria, veniva confermata anche con la precedente amministrazione comunale.

Il Sindaco D’Alò, politico che utilizza molto i social, ha pubblicato questa mattina la foto della bandiera arcobaleno che sventola, come ogni anno, dalla finestra del suo ufficio (issata non al fianco di quelle istituzionali). Sotto al suo post tra i tanti commenti di apprezzamento per il gesto, come quelli di qualche giorno fa sull’adesione della campagna social sul DDL Zan #diamociunamano, si scorrono alcuni commenti che ci convincono ancor di più di quanto il DDL Zan sia necessario subito. Oltre ad affermare che il “vessillo” sia un simbolo di parte, come se i diritti umani e civili fossero una questione morale o di destra o di sinistra (ndr. purtroppo ancora oggi, sì), altri hanno dichiarato: “più ne parlate, più di discrimina”, in sostanza un po’ come affermare che più si parla di violenza sulle donne e più le donne saranno picchiate ed uccise.

Tra lo sdegno di alcuni cittadini, la polemica si è spostata su altre pagine e profili dove si contesta all’amministrazione comunale di non aver rispettato le indicazioni del Ministero sull’esposizione dei vessilli. Quindi se il discorso vale per tutto e non è solo per determinate bandiere, la regola secondo questi cittadini, è che tutti i Comuni d’Italia dovrebbero anche rimuovere tutti gli striscioni per il caso Regeni e Patrick Zaki, no?! Ma non è così e le indicazioni sono accessibili a tutti tramite il sito del Ministero dell’Interno.

FAQ Ufficio del Cerimoniale di Stato – Presidenza del Consiglio dei Ministri

Crediamo invece, ed è facile reperire le news di casi simili in tutta Italia, sia una polemica facilmente rintracciabile in cittadini di un particolare “vento” politico. Il riconoscimento dei diritti non può essere una battaglia di schieramenti politici. La battaglia è una sola ed è quella del rispetto della felicità altrui, indipendentemente dal suo orientamento sessuale. E fa ancora più specie che tra questi commenti social ce ne siano alcuni di una ex dirigente scolastica, una figura importante che dovrebbe sopraintendere la formazione culturale e sociale delle nuove generazioni, senza discriminazioni sociali, sessuali o di etnie.

Proprio il Sindaco D’Alò, nel suo post a favore del DDL Zan, affermò “le parole sono importanti. I gesti lo sono ancora di più…”, e pensiamo che vedere la bandiera rainbow sia un importante gesto simbolico in favore dell’impegno di quanti quotidianamente si adoperano per diffondere la cultura del rispetto e cancellare ogni sorta di discriminazioni. Se per alcuni è un simbolo di parte, siamo contenti che questa amministrazione comunale sia dalla “parte” giusta.

FAQ, Ufficio del Cerimoniale di Stato http://presidenza.governo.it/ufficio_cerimoniale/cerimoniale/quesiti.html

Foto di Markus Spiske da Pexels

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