Il consiglio di lettura di questa settimana è, per la prima volta in questa rubrica, una nuova uscita edita da Les Flaneurs edizioni: Il pugilatore di Amleto De Silva, conosciuto nel “mondo dell’internet” come Amlo.
Il testo in questione, come specificato nel sottotitolo, è un viaggio attorno alla figura di Sonny Liston.
Liston, per i non addetti (come la sottoscritta), è stato uno dei più grandi pugili d’America, dal 1962 al 1964 ha detenuto il titolo di campione mondiale di pesi massimi, tra l’altro è stato il primo pugile a sfidare Muhammad Ali. La storia di Liston è una storia fatta di violenze subite e “restituite”, di alcool e di prostitute, molte prostitute, di analfabetismo e di galera; contrariamente ad Alì il percorso professionale di Liston non era votato al riscatto o a gesti politici, lui faceva l’unica cosa che sapeva fare e lo faceva anche bene. Picchiare.
Questo però, come si diceva prima e come più volte ricordato dall’autore, è un viaggio nell’America razzista degli anni ‘60 ma anche nell’America, e nell’Italia, di oggi. Amleto De Silva con un “giro lungo” fa fare al lettore e alla lettrice un meraviglioso viaggio; dalla musica dei Beatles, ai film gangster, passando attraverso i libri di James Baldwin e molti altri scrittori; De Silva parla di ciò che è stata la sua infanzia e adolescenza, senza tralasciare temi come l’analfabetismo italiano a quindici anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, il razzismo americano, le controversie delle Pantere nere, fino ad arrivare alla finta o montata solidarietà italiana nei confronti del movimento Black Lives Matter. Insomma, è un libro ricco di spunti di riflessione, ricco di spunti di lettura (adeguatamente segnati dalla sottoscritta) che ruota attorno alla controversa figura di Sonny Liston, il libro di cui oggi abbiamo bisogno per riflettere e porci delle domande su ciò che siamo stati e ciò che siamo diventati.
Riguardo lo stile di scrittura, Amleto De Silva è unico perché dà l’impressione di parlare a tu per tu con il lettore o la lettrice, ha scritto uno di quei libri che durante la lettura necessitano di domande dirette all’autore. Viene voglia di chiamarlo e chiedere “ma qual è questo famoso aneddoto tra te e Gore Vidal?”
Amleto De Silva parla di tutto in modo davvero particolare, a metà strada tra uno storico e un semplice appassionato di fenomeni sociali. È il compagno di bevute che tutti e tutte noi vorremmo, ma anche il docente che ogni università dovrebbe avere.
Quando Sonny li chiama “femminucce” e dice che Ringo non sa suonare la batteria (non ce l’ho mai avuta con Sonny per questo, con McCartney per quella che vi ho raccontato prima, un po’ sì) probabilmente dice sul serio. Potreste pensare che gli stiano antipatici perché sono bianchi, ma c’è una cosa che dovete sapere di Sonny Liston, e che avrò modo di ricordarvi spesso: non è affatto razzista. Lui odia tutti a prescindere, bianchi, neri, rossi, gialli: fate voi. È disposto a fare delle eccezioni per singoli individui, una volta che si è fatto un’idea della persona, ma il suo odio è ecumenicamente e democraticamente distribuito tra le razze. Lui ne odia profondamente una sola: quella umana. E poi è molto probabile che non gli piacesse per niente, la musica dei Beatles.