25 Aprile. Una delle ricorrenze nazionali, il 25 Aprile si festeggia la Liberazione d’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista. Istituita il 27 maggio 1949, quella della Liberazione è una festività che negli anni ha sempre creato “discussioni politiche”. Sì, perché a settantasei anni di distanza c’è ancora chi ritiene “sbagliato” festeggiare la liberazione da una dittatura. Per questa giornata particolare ho scelto di consigliarvi un libro contemporaneo, nulla che ha che fare con i racconti della Viganò, di Fenoglio, Calvino, Vittorini e tanti/e altri/e.
Il mio consiglio di lettura è Orso, scritti dalla Siria del nord-est di Lorenzo Orsetti (RedStarPress).
Anarchico e antifascista Lorenzo Orsetti è stato un combattente italiano nella milizia curda YPG (unità di protezione del popolo). La storia della popolazione curda è quella di una popolazione che, in cento anni, non ha mai vista realizzarsi quel progetto di autonomia rispetto all’allora impero Ottomano: la regione autonoma del Kurdistan. I motivi che mi portano a consigliare questo libro, in questa giornata particolare, sono molteplici. Primariamente perché credo che l’atto di Lorenzo di rinunciare alle sue comodità da occidentale privilegiato per combattere, letteralmente, contro una reale e oggettiva ingiustizia contro un popolo oppresso sia davvero encomiabile. Un altro motivo, forse il principale, è perché credo, come ammise lui stesso in una lettera, che esempi come il suo rendono reale il concetto di resistenza e di partigiano. Perché a più di settant’anni di distanza i partigiani ci sono ancora, i partigiani delle idee e delle azioni, quelli che letteralmente “parteggiano, chi si schiera da una determinata parte” e Lorenzo è stato un partigiano ed è morto da tale. Un partigiano che ha combattuto contro il capitalismo per una società libera e democratica.
Questo particolare 25 aprile vorrei dedicarlo a Lorenzo e a tutti/e i /le partigiani/e di oggi, tutte quelle persone che mettono a rischio la propria esistenza e le proprie comodità in nome di un’ideale di società giusta, libera e democratica, in nome di un’idea di mondo che non sia regolato da interessi privati e denaro, un mondo aperto e solidale. Un’ideale utopistico per molti ma non per tutti, un’ideale che continua a correre sulle nostre gambe e nelle nostre menti guidate da figure come Lorenzo.
(…) Nella Siria del Nord, sta rivivendo lo stesso scontro che ha visto i partigiani combattere contro il fascismo. Il nemico è lo stesso che si combatteva sui nostri monti più di settanta anni fa, come anche la sua mentalità, ha solo cambiato volto: il fascismo di oggi in Siria ha la faccia di Erdogan, dell’Isis e di al-Qaeda. Come all’epoca i nostri politici e i nostri governi quotidianamente tradiscono i valori della Resistenza, perché fanno affari con questo fascismo e ne tacciono i crimini – quando non li approvano esplicitamente. Per loro la rivoluzione della Siria del Nord è da distruggere perché rappresenta la speranza di una società libera, democratica e in cui diversi popoli vivano in amicizia. In questa rivoluzione rivivono gli ideali dei partigiani di allora e, ispirati dal loro esempio, siamo venuti qui dall’Italia per difenderla e contribuirvi.(…) 25 aprile 2018