Il consiglio di lettura di questa settimana è uno di quelli a cui tengo particolarmente, perché riguarda uno dei giornalisti e intellettuali più capaci che la provincia di Taranto, e non solo, abbia conosciuto: Alessandro Leogrande nella raccolta di scritti che ha dedicato alla sua Taranto “Dalle macerie”.
Alessandro Leogrande è stato per molti anni una delle voci più potenti del giornalismo italiano, ha infatti collaborato con Il Manifesto, L’Unità, Internazionale, Panorama, è stato editorialista del Corriere del Mezzogiorno, ha condotto trasmissioni radiofoniche per Radio Rai3, e molto altro.
Come giornalista si è sempre occupato di temi sociali dal caporalato, allo sfruttamento dei braccianti stranieri, fino alle migrazioni nei Balcani, ma soprattutto si è occupato della sua città: Taranto.
Da intellettuale ha analizzato l’evoluzione sociale, economica e culturale di Taranto, ha posto riflessioni sul futuro di questa martoriata città.
In questa raccolta, Dalle macerie, si va dalla critica al “modello Cito” alla storia della città vecchia e alle differenze di quest’ultima con la “parte nuova” della città; viene altresì affrontata la questione delle condizioni di lavoro degli operai del siderurgico, il “mito” di Erasmo Iacovone e, ovviamente, l’assenza di una vera classe politica di Sinistra che si occupi realmente delle infinite problematiche della “città dei due mari”.
Personalmente credo che, oggi più che mai, sia necessario, quasi obbligatorio, leggere con attenzione queste pagine; oggi più che mai abbiamo bisogno di intellettuali come Leogrande; oggi più che mai c’è bisogno di una Vera Sinistra che si occupi realmente delle istanze degli ultimi: disoccupati, operai alienati, braccianti, migranti, lavoratori sfruttati e sottopagati. Insomma, oggi più che mai si avverte la necessità di una sinistra che ritorni a quell’ideale comunista della società.
Per fare tutto ciò non basta citare Leogrande nei propri comunicati stampa o organizzare degli eventi spot, per rendere degna memoria a questo straordinario intellettuale occorre studiare e farsi guidare dalle sue parole.
Di questa meravigliosa raccolta vi consiglio di leggere attentamente il capitolo “Vita in città vecchia”, possibilmente seduti sui gradini del Duomo o in un vicolo qualunque dell’isola.
Infine vi consiglio i podcast realizzati dallo stesso Leogrande presenti sul sito di Radio Rai3.
Buona lettura.
In città vecchia è possibile fare incontri, conoscere delle storie, risalire a dei problemi, ma da qui a capire profondamente la natura del quartiere ce ne vuole. Un’isola non è mai simile alla terraferma. Anche se è collegata al resto della città da due ponti, questo sembra non scalfire il suo essere (o essere stata) svincolata culturalmente, prima ancora che fisicamente. A volte essa svela immediatamente la sua anima, senza pudore, a chi cerca di mettersi in contatto con lei. Come se l’istintualità di questa comunicazione (però a questa comunicazione bisogna arrivarci) spezzasse subito ogni fraintendimento, ogni mistificazione. La nudità dei gesti e delle espressioni rivela immediatamente gioia o dolore, sofferenza o fierezza… Il resto della città è diverso, il resto della nostra società è diverso, il resto del Sud che vuole essere Nord e diverso.
In foto murales di Leogrande sui muri della Biblioteca comunale Acclavio di Taranto