La letteratura europea non può fare a meno di un grande scrittore: George Simenon.
Famoso per il Commissario Maigret, Simenon è stato uno scrittore molto prolifico, infatti riusciva a scrivere anche 80 pagine al giorno.
Personalmente sento il dovere, e il piacere, di consigliare uno dei preferiti della serie del Commissario, Il morto di Maigret.
Scritto quando Simenon si trovava in Arizona, in questo testo si può notare una descrizione precisa e anche un po’ poetica di quello che era il quartiere parigino d’origine dello scrittore, il boulevard Richard Lenoin.
Al di là della triste storia narrata, questo è il più nostalgico episodio del commissario Maigret, ambientato in una Parigi che si fa inaspettatamente “quartiere”, con il “petit Albert”, il suo morto, che è molto simile allo scrittore; attraverso la descrizione dei frenetici spostamenti del protagonista, Simenon ricostruisce una malinconica topografia del suo quartiere, della sua casa.
Da leggere tutto d’un fiato possibilmente in un giorno di pioggia, Parigi e la pioggia sono un’ottima coppia.
“Era vero che aveva qualcosa in comune con il suo morto. In fondo – ci pensava spesso – non era tanto il trasloco a spaventarlo, ma il fatto di cambiare orizzonte. L’idea di non vedere più la scritta « Lhoste et Pé- pin » sin dal risveglio, di non fare più la stessa strada, ogni mattina, quasi sempre a piedi…
Appartenevano entrambi al loro quartiere, il morto e lui. Questa considerazione gli faceva piacere. Svuotò la pipa e ne caricò un’altra.”